cronaca

Per far luce sulle manovre del gruppo nel 2017
1 minuto e 2 secondi di lettura
Sale di livello l'inchiesta sul crollo del ponte Morandi, il viadotto autostradale collassato il 14 agosto dell'anno scorso causando la morte di 43 persone. Nel pomeriggio di lunedì il pubblico ministero Massimo Terrile ha interrogato, come persona informata dei fatti, una dirigente di Atlantia, la società che controlla Autostrade per l'Italia. Per tutto il pomeriggio il pm ha chiesto alla dirigente informazioni sul risk management, ovvero quelle procedure interne attraverso le quali si analizzano, quantificano, monitorano e neutralizzano i rischi legati a un processo produttivo.

L'interrogatorio ha riguardato anche le operazioni del 2017, anno in cui venne messa in atto la vendita di quasi il 12% di Autostrade per 1,48 miliardi, pacchetto acquistato da un consorzio guidato dai tedeschi di Allianz e da Silk Road Fund fondo sovrano cinese. La liquidità permetterà ad Atlantia di acquisire la spagnola Albertis. Questo, secondo la procura di Genova potrebbe aver avuto un ruolo nella gestione della sicurezza delle infrastrutture, Ponte Morandi compreso. Emerge da riunioni in Aspi in cui a dettare la linea è Michele Donferri Mitelli, capo delle manutenzioni. "Devo spendere il meno possibile... sono entrati i tedeschi,... sono entrati i cinesi... devo ridurre al massimo i costi e devo essere intelligente de portà alla fine della concessione".(