porti e logistica

A Primocanale il confronto tra gli operatori e le istituzioni
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I porti della Liguria hanno retto dopo i primi colpi inferti dal coronavirus ma adesso l'onda critica è arrivata: è emerso nel dibattito sull'economia marittima organizzato da Primocanale a Terrazza Colombo. 

"Il porto di Genova si trova nella fase più difficile - ha spiegato il presidente dell'Adsp del Mar Ligure Occidentale Paolo Emilio Signorini - in quanto la Cina non ha ancora ripreso appieno la propria attività e da noi tutto si è fermato. Nei mesi di gennaio e febbraio abbiamo registrato buoni numeri nei container e nei ro-ro e dati addirittura eccezionali su crociere e traghetti: a marzo abbiamo invece registrato una contrazione che ci aspettiamo intorno al 20% nei container, il 15% neo ro-ro e quasi del 100% su crociere e traghetti. Quello che noi possiamo fare, al momento, è garantire l'operatività, seppur rallentata: i porti non si possono fermare".

La crisi sta colpendo duro anche alla Spezia
: "Riaprire il prima possibile è chiaramente la nostra speranza - ha detto Carla Roncallo, Presidente dell'Autorità di Sistema del Mar Ligure Orientale - il nostro principale terminalista ha già applicato lo strumento della cassa integrazione e una ricaduta è inevitabile su tutta la filiera. Noi abbiamo registrato un calo già all'inizio dell'anno poiché il nostro porto ha un legame ancora più forte con la Cina rispetto ad altri scali: ora la situazione è ulteriormente complicata dal lockdown italiano e come porto della Spezia ci siamo subito attivati per garantire lo stoccaggio delle merci, nel nostro retroporto e negli interporti che raggiungiamo via ferrovia, in attesa della riapertura delle fabbriche".

"Quella della logistica è una catena indispensabile che non può interrompersi - ha detto il Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti - io credo che al di là dell'intervento del Governo, al momento di mera sopravvivenza, tutto il sistema infrastrutturale del Paese debba lavorare per farsi trovare pronto alla ripartenza: ora che le strade sono deserte e le fabbriche chiuse, sia il settore pubbico che quello privato devono ristruttarsi per agganciare al meglio la ripresa; Roma ha tutti gli strumenti per poter incentivare questo indispensabile processo". 

"Il mondo della merce ha appena iniziato il suo rallentamento e prevedo ulteriori cali nelle prossime settimane - ha detto il Presidente di Assarmatori Stefano Messina - ma la situazione è veramente drammatica nel mondo delle crociere, ferme in tutto il mondo, e in quello dei traghetti, fortemente rallentati. In questi ambiti ci sarà anche un problema psicologico: anche quando sarà possibile uscire di casa, quanti saliranno su un traghetto o prenoteranno una crociera? Come Assarmatori - continua Messina - abbiamo chiesto al Governo lo stato di calamità ed emergenza per il settore del cabotaggio nazionale: gli operatori che garantiscono i collegamenti con le isole rischiano il collasso": 

"Noi di Confetra Liguria - spiega il Presidente Alessandro Laghezza - chiediamo l'attivazione di meccanismi che garantiscano immediata liquidità alle imprese: io ho pensato al 10% del fatturato del 2019 da rendere immediatamente disponibile con un prestito ponte da rimborsare in tre anni, con una parte di questo, però, da trattenere in conto capitale. In questa fase emergenziale molte imprese stanno intaccando il proprio capitale sociale e vedo il concreto rischio che molti siano costretti, presto o tardi, a portare i libri in tribunale".

Al dibattito ha partecipato anche Fabrizio Parodi, presidente di Interglobo ed esperto di mercati internazionali: "Negli Stati Uniti è stata messa subito a disposizione una forte somma di denaro per finanziare le imprese che garantiscono il mantenimento del livello occupazionale. Da noi abbiamo la cassa integrazione, ciò significa garantire un redditto assistenziale nel breve termine per poi minare la ripresa del lavoro futuro: gli imprenditori che stanno cercando di non licenziare nessuno devono essere aiutati. Inoltre - ha spigato Parodi - la chiusura di alcuni settori che stavano primeggiando nell'export, come quello della ceramica, sta avvantaggiando l'economia della Spagna, altro paese europeo, che invece ha deciso di tenere aperto. Alla faccia dell'Europa unita"!