porti e logistica

Su Primocanale il punto sulla situazione
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“Partiamo dicendo che se si stanno facendo oggi queste verifiche (sulle gallerie ndr) queste verifiche è perchè non le avete mai fatte. Ho denunciato sin dal 2014 che le autostrade liguri sono fuori dalle normative di sicurezza comprese le gallerie. Purtroppo i lavori sulle autostrade liguri e sulle gallerie non ci sono mai stati e per questo li state facendo oggi” così inizia il senatore Maurizio Rossi, membro della commissione Trasporti del Senato nella XVII legislatura, a chiarire le responsabilità di Autostrade del passato che causano i gravissimi problemi che stiamo vivendo oggi.

Qui portiamo tutti i libri in tribunale” dice Rossi come conseguenza del lockdown di Autostrade che sta interessando ormai da mesi la Liguria, dopo il lockdown Covid con inimmaginabili conseguenze economiche in primis sul mondo portuale e sul settore turistico che fanno registrare perdite pesantissime. “Certamente parte delle ragioni in queste affermazioni c’è, la mancanza di standard di riferimento esiste ed è un problema del Paese”.

Replica Tomasi che spiega: “A valle del crollo della Galleria Bertè del dicembre 2019, abbiamo messo a punto un piano importantissimo di procedure standard.Il 20 gennaio sono state emesse le procedure che sono state confermate dal Ministero il 20 Maggio (ndr Tomasi nell’intervista video ha erroneamente detto giugno anzichè Maggio ndr). Il 29 maggio ci è stato richiesto di smontare tutte le onduline e per rispettare le regole abbiamo avviato questi cantieri pesantissimi per il territorio”.

Rossi chiede a Tomasi perché non sono stati fatti i lavori durante il Lockdown. Immediata arriva la replica dell'ad di Autostrade per l'Italia: “Abbiamo lavorato e investito oltre 50 milioni in quel periodo ma il 29 maggio cambiano le regole (il Mit modifica secondo Tomasi le disposizioni condivise ndr) e ci viene chiesto di smontare le onduline. Se queste regole non cambieranno continueremo ad impattare sul sistema ligure sino a fine luglio” risponde Tomasi sostenendo che sono in corso dialoghi con il ministero per modificare le procedure richieste.

“Ma questo cambio di posizione è indotto dalla Procura o dal ministero?” chiede Rossi. “Il ministero è autonomo nelle sue decisioni quindi non possiamo che pensare che il Mit il 20 decide una cosa e poi il 29 rivede la sua posizione. Se questa è la decisione noi la rispettiamo basta che sia chiaro il motivo per cui si è ingenerata questa situazione. L’altra posizione che chiediamo è che queste disposizioni vengano applicate anche nelle altre parti d’Italia perché non credo che sia giusto siano limitate solo alla Liguria” risponde Tomasi.

Il problema è che ci sta passando il cerino di mano l’uno con l’altro per non assumersi responsabilità perché ci sono normative che non sono chiare e chi deve firmare ha paura di diventare domani il capro espiatorio di tutto. In mezzo però restano stritolati i liguri” continua Rossi.

I temi che vengono affrontati sono diversi. Ma Rossi vuole chiudere ricordando le 43 vittime del Morandi: “I nostri accordi affinchè lei accettasse questa intervista erano di non parlare del passato ma io non posso non ricordare le 43 vittime e le loro famiglie a cui siamo legatissimi. Non so’ che posizione vuole prendere verso di loro”. Tomasi risponde anche su questo tema: “Io all’epoca non avevo responsabilità di gestione della rete ma è una ferita aperta per l’azienda. Ogni giorno nelle nostre decisioni ricordiamo che abbiamo 43 vittime su una infrastruttura che gestivano come Autostrade per l’Italia”.

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