Cultura e spettacolo

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Il volume è stato presentato presso la Camera di Commercio di Genova
1 minuto e 43 secondi di lettura
di Dario Vassallo

La leadership come arte della guida. Ma non la leadership tradizionale che accentra il potere e riduce i rapporti a semplici performance populiste quanto piuttosto una guida che accompagna, custodisce e apre strade diverse, intreccia ragione e sensibilità, competenza e ascolto mettendo al centro non solo i risultati, ma il senso, i legami, un futuro condiviso. È da qui che parte il libro Anima mediterranea di Elena Granata e Andrea Granelli presentato alla Camera di Commercio.

Viene smontato l'ideale del leader calato dall'alto

Perché, come scrive Antonio Spadaro nella prefazione, “oggi la parola leadership è ovunque, ma la sostanza è introvabile. È diventata un mantra vuoto, una formula da keynote aziendale, una voce nei curriculum vitae. Ma intanto, nella realtà, assistiamo alla dissoluzione della guida: nelle imprese, nelle istituzioni, nella scuola, nella politica”. Così, in un’epoca di accelerazione tecnologica, crisi ambientali e frammentazione sociale, viene smontato l’ideale del leader calato dall’alto, simbolo di efficienza e performance, tipico delle business school anglosassoni, ormai incapace di rispondere alle sfide globali e individuali del nostro tempo.

Il Mediterraneo visto non come regione geografica ma come matrice culturale viva

“Quella della leadership – sottolinea Maurizio Caviglia, segretario generale della Camera di Commercio – è una sapienza che è sempre più difficile da individuare ma che non può rimanere schiacciata dagli algoritmi di un'intelligenza artificiale”. “Credo che in un mondo così complicato come quello in cui stiamo entrando - spiega Andrea Granelli - serva più una guida che un leader. Il leader è colui che guida in maniera imperiosa, mentre la guida si fa carico, c'è quindi anche un tema di reset terminologico perché credo sia importante avere delle guide oggi ma questo richiede nuove competenze perché il mondo sta cambiando e quando il mondo cambia affrontarlo con la testa di ieri è pericoloso”. La metafora fondante del testo è quella del Mediterraneo non come regione geografica, ma come matrice culturale viva: spazio di incontri, differenze, contaminazioni e creazioni. Questa “anima mediterranea” non è solo uno sfondo simbolico, ma un modo concreto di intendere la guida, capace di trasformare la diversità in ricchezza e la bellezza in forza generativa.

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