Paolo Piccolo, titolare del bar-ristorante BalillaIeri mattina, quando Paolo Piccolo ha alzato la saracinesca del suo bar-ristorante Balilla in via Cesarea, non era una giornata qualunque. Era il ‘day after’: ventiquattro ore dopo l’intossicazione alimentare che ha mandato al pronto soccorso una ventina di clienti, tutti colpiti dallo stesso lotto di tonno consumato a pranzo e portato via in vaschetta.
Cosa è successo
I primi malori sono arrivati nel pomeriggio di mercoledì: dissenteria violenta, vomito, prurito intenso e rush cutanei. I più gravi – due persone finite in ospedale in codice rosso – appartengono a due diversi gruppi di colleghi: uno ufficio in via Ippolito d’Aste, l’altro in viale Brigata Bisagno.
Ieri sera tutti sono stati dimessi o sono in via di guarigione. Alcuni non hanno nemmeno dovuto ricorrere alle cure mediche.
Davanti all’ingresso del locale, mentre alcuni habitué gli battono una pacca sulla spalla entrando a fare colazione, il titolare Paolo Piccolo respira finalmente. “Il sollievo più grande è sapere che stanno tutti meglio e sono tornati a casa – racconta –. La salute dei clienti per noi viene prima di tutto”.
Le indagini dell’Asl
Il tonno incriminato era stato acquistato dal fornitore Milfa, che ha immediatamente avviato il ritiro del lotto. Sessanta chili dello stesso prodotto erano stati distribuiti ad altre attività alimentari della città, ma al momento solo il Balilla ha registrato casi di intossicazione. Come è possibile? È quello che dovranno stabilire le analisi”, spiega Piccolo. Il tonno rimasto è stato posto sotto sequestro probatorio dalla Asl, che ieri ha effettuato un’ispezione approfondita nel locale.
“I tecnici hanno controllato ogni frigorifero, ogni procedura di conservazione e lavorazione: tutto in regola, nessuna violazione – sottolinea il titolare –. Il ristorante non è mai stato chiuso nemmeno un’ora”.
Per scrupolo e per una dose di scaramanzia, la tagliata di tonno con spinaci e acciughe è stata tolta dal menu. Almeno per qualche giorno.
E i clienti? Non sono scappati. Anzi. “Ieri sera avevamo il tutto esaurito a cena – sorride Piccolo –. Ci sono arrivati centinaia di messaggi di affetto e solidarietà. Vuol dire che in questi anni di lavoro siamo riusciti a costruire qualcosa di solido”.
Poi aggiunge, con la voce che per un attimo si incrina: “Questo posto per me è la vita. Abbiamo fatto un piccolo passo indietro, ora ne vogliamo fare tre avanti. E sapere che le persone non ci hanno voltano le spalle ci consola”.
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