
“Ferite indelebili” è il titolo della mostra fotografica dell’artista Ketty Domesi che, dal 31 ottobre all’8 novembre, sarà visitabile presso la Loggia di San Sebastiano a Ovada.
Le ferite che Domesi racconta sono quelle inferte al territorio da due tragedia: quella del Vajont nel 1963 e quella, quasi dimenticata, di Molare, dove nel 1935, la sella Bric Zerbino (una delle due dighe che contenevano il lago di Ortiglieto) cedette provocando oltre 100 morti tra Molare e Ovada, comuni legati da forti affinità con la Liguria, con Rossiglione e Tiglieto confinanti proprio con Molare.
Valorizzare le immagini della Domesi e rendere omaggio al loro significato morale e storico è uno degli obiettivi della genovese Simona Innocenti, che ha promosso e organizzato la mostra in collaborazione con la Pro Loco di Ovada, col patrocinio del Comune di Ovada e con il supporto dell’Enoteca Regionale di Ovada e del Monferrato.
Alle ore 21.00 del 31 ottobre, nell’Auditorium della Loggia di San Sebastiano, è in programma la serata evento dal titolo “L'eco delle dighe, un dialogo tra luoghi, memorie e oblio”, con la partecipazione di Barbara Vignolo e Giorgio Ratto che, insieme all'autrice della mostra e con il supporto di uno storico, daranno voce ai racconti e alle testimonianze dei sopravvissuti di entrambe le tragedie per dar vita a un racconto corale.
L’ingresso alla mostra e alla serata evento del 31 ottobre saranno gratuiti, con una raccolta di offerte che saranno devolute alla “Fondazione C.I.G.N.O.”, la ONLUS che si occupa di sostenere i progetti di qualità della vita e accoglienza per i malati oncologici dell'Ospedale Civile di Ovada.
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