
Dal 19 agosto con la organizzazione e il coordinamento del Servizio Tecnico di Archeologia Subacquea della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Liguria, hanno avuto luogo le operazioni subacquee di manutenzione della statua bronzea sommersa del Cristo degli Abissi, bene culturale identitario e simbolo mondiale della subacquea in memoria delle vite perse in mare, dalla Liguria al mondo intero.
Grazie all’efficace idropulitrice resa disponibile dalla Guardia di Finanza – Reparto operativo aeronavale di Genova è ormai possibile lavorare senza alcun contatto diretto con la statua, nel rispetto dell’ambiente: dalla superficie si aziona una pompa idonea a generare un flusso d'acqua, prelevata dal mare, ad elevata pressione con effetto cavitazionale generato dalla peculiare lancia in dotazione. Sott’acqua si sono alternati i Sommozzatori della Guardia di Finanza, dei Vigili del Fuoco, dei Carabinieri, della Polizia di Stato (CNeS), della Guardia Costiera e della Marina Militare (Comsubin). Le operazioni di manutenzione sono partite dal ritrovo di tutti i nuclei sommozzatori sullo zenit della statua: nel briefing prima dell’intervento Alessandra Cabella, storico dell’arte sommozzatore incaricato della sua conservazione, ha dettagliato le modalità e la distanza da tenere a seconda delle varie parti della scultura, a partire dal più moderno basamento fino alle parti più delicate, specialmente le mani: una infatti aveva subito una rottura ad opera di ignoti ed era stata quindi riapplicata nel corso di un restauro nel 2004. L’uso dell’idropulitrice è vincente: la pressione dell’acqua provoca il distacco delle incrostazioni biologiche marine (anche le più corrosive) senza più toccare direttamente il bronzo.
Alta due metri e mezzo e dal peso di 260 chili, per la sua realizzazione furono raccolte e fuse dallo scultore Guido Galletti medaglie di Caduti donate dalle mamme e dalle vedove, medaglie di atleti, parti di navi, eliche, campane e cannoni… ideata e calata sul fondale nel 1954 da Duilio Marcante e dai grandi pionieri della subacquea ligure su un fondale di 18 m. nella baia antistante San Fruttuoso di Camogli, la statua è un tributo alla memoria di tutte le vite perse in mare, a partire da quella di Dario Gonzatti, pioniere subacqueo e amico dello stesso Marcante. È il punto che registra il maggior numero di immersioni nel Mediterraneo. La manutenzione del Cristo degli Abissi non è una semplice questione estetica: gli organismi incrostanti di “biofouling” creano un biofilm batterico (che colonizza e prolifera su qualsiasi superficie in mare), creando seri problemi di biodeterioramento. Settant’anni fa, per rendere stabile sul fondale la statua, nata cava, fu inserito al suo interno del calcestruzzo con tondini di ferro: coi due diversi metalli a contatto nel mare si creano correnti galvaniche a detrimento del bronzo, gravemente rovinato nei suoi primi cinquant’anni da continue, aggressive e incontrollate ripassature coi denti delle spazzole di ferro da parte dei subacquei: “È un bronzo sofferente perché aggredito e assottigliato per decenni da infiniti e indiscriminati colpi di spazzola metallica e, come se non bastasse, indebolito delle correnti galvaniche” (Cabella).
Oltre alla peculiarità degli aspetti tecnici e all'unicità di un simile intervento conservativo, questa operazione interforze sul Cristo degli Abissi racchiude in sé un altissimo valore culturale e un plusvalore simbolico, un atto di devozione e di amore che accomuna ogni uomo di mare. Per questo la Soprintendenza s'avvale della partecipazione dei diversi nuclei specializzati di sommozzatori dei vari Corpi e Forze dello Stato, che sott’acqua si alternano con spirito collaborativo e che per una volta si trovano così a cooperare non in situazione drammatica di emergenza, ma in un intervento di grande valore culturale e sociale per la collettività. Le operazioni si inseriscono nelle previste esercitazioni di tutti i nuclei coinvolti, che sono tenuti a mantenere costante il livello di efficienza in vista di possibili emergenze.
IL COMMENTO
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