GENOVA - Da storico medievalista, il professor Alessandro Barbero per forza di cose è innamorato di Genova e della sua storia. Ecco perché ha accettato con grande piacere di presenziare al convegno organizzato da Palazzo Ducale in collaborazione con la rivista Limes dal titolo "L’Impero di Genova. Dal Mar Nero all’Atlantico, la grande espansione nel Medioevo". E prima dell'inizio dei due giorni di approfondimenti e dibattiti sulla storia della città e i suoi riflessi, i relatori hanno avuto modo di visitare privatamente alcuni dei tesori della città, dai palazzi dei Rolli al Museo Diocesano, ammirando in anteprima il monumento di Luca Fieschi restaurato, che Primocanale ha già visitato in anteprima (GUARDA QUI). Monumento che lo storico ha trovato di grande interesse: "Ho imparato che non si deve dire di ricostruzione del monumento funebre di Luca Fieschi, perché in realtà non sappiamo com'era esattamente, ma è un'ipotesi straordinaria e devo dire che per me che sono un medievista fa impressione pensare che un capolavoro artistico come quello fino a qualche anno fa era smontato e nascosto in uno sgabuzzino, come se fosse un'opera di Michelangelo, sarebbe impensabile".
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Entrambe le sale del Maggior e Minor Consiglio a Palazzo Ducale si sono riempite già dal primo appuntamento di questa rassegna curata da Marco Ansaldo, analista geopolitico per Limes. Segno del grande interesse che i genovesi hanno nei confronti della riscoperta di una parte molto importante della storia della città. "Il fatto è che la storia medievale della città non riguarda soltanto quella che oggi è la città di Genova, ma riguarda mezzo mondo. L'impero di Genova non è un vasto impero territoriale, ma una rete di possedimenti, di basi commerciali, di porti, di sedi mercantili, di rotte battute dalle galere genovesi. Si tratta di un impero impalpabile quando uno disegna su una cartina, fatto da tutta una serie di punticini collegati fra loro".
"Ma è stato uno dei grandi imperi commerciali della storia e ha fatto arrivare a Genova per secoli quella valanga di denaro che ha prodotto la città come la conosciamo oggi. Oggi, naturalmente, se uno va ad Alessandria d'Egitto o in Crimea, non è che ci trovi tante tracce. A cercarle, certo, gli archeologi, le trovano, ma non ci viene in mente che in Crimea una volta un genovese era a casa sua"
Questo e molto altro sarà oggetto del suo intervento che sabato alle ore 17 concluderà l'evento di due giorni, che apre l'anno dedicato al Medioevo di Genova: Primocanale sarà in diretta già dalle 15:30 per dare la possibilità a tutti di seguire il convegno dedicato al Mar Nero e poi l'evento conclusivo via tv, streaming e social.
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Il weekend è anche quello dei Rolli Days, i cui tour guidati sono andati presto tutti prenotati online, segno della grande risposta della città e anche dei turisti. A notarlo è anche lo stesso Barbero che commenta così questo afflusso notevole per un periodo non di alta stagione.
"Genova è una città meravigliosa e l'afflusso turistico sta aumentando. Non ho capito con quanta gioia dei genovesi"
Sorride, ironizzando sulla provinciale accoglienza ligure. "Naturalmente tutti sappiamo che alcune città italiane ormai sono state quasi uccise dal turismo e bisogna evitare che succeda questo. Detto questo, che una città come Genova sia poco conosciuta nel mondo è una cosa impensabile e deve cambiare".
Visto che il tema è di stringente attualità, gli abbiamo chiesto la sua opinione sull'utilizzo dell'intelligenza artificiale, specialmente in ambito storico. Il professore ritiene che sia "molto pericolosa da certi punti di vista, molto utile da altri, dipende dall'uso che se ne fa. Se si vuole migliorare la fruizione dei musei o per immaginare ciò che non conosciamo direttamente, realizzando qualunque tipo di ricostruzione, di oggetti, di ambienti, di luoghi del passato, allora può essere molto valido l'aiuto fornito dall'intelligenza artificiale. Se però i testi di accompagnamento di una mostra fossero scritti non più da studiosi, ma dalle macchine sembrerebbero altrettanto buoni, ma non lo sarebbero".
"L'essere umano è capace di inventare delle cose e di essere consapevole di quello che sta inventando. L'intelligenza artificiale arriverà anche lei a inventare delle cose, ma non sono così sicuro che avrà il criterio giusto per sapere che cosa vale la pena di inventare"
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