Cultura e spettacolo

Il sottosegretario ha detto comunque che chiederà accertamenti
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GENOVA - Il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi ritiene "frutto di un errore il sequestro, in corso di mostra, di un dipinto controverso, la cui attribuzione a Rubens poggia su una opinione, garantita dall'articolo 21 della Costituzione, comunque discutibile". Lo scrive lo stesso Sgarbi in una nota a commento del sequestro del quadro 'Cristo risorto appare alla Madre' attribuito a Rubens ed esposto a Palazzo Ducale di Genova nella mostra 'Rubens a Genova' nell'ambito di un'inchiesta per illecita esportazione di opere culturali e riciclaggio. "Al di là del valore assicurativo - spiega Sgarbi - si può infatti contrapporre una opinione opposta, anche in considerazione della incerta qualità dell'opera. L'autorizzazione alla esportazione è legittima: non legittimo è presupporre che l'opera sia di Rubens. Invito chi ha svolto le indagini preliminari, che hanno portato al sequestro dell'opera, a una maggiore prudenza e rigore nelle valutazioni, per evitare imbarazzanti errori. Non si possono presumere responsabilità penali per una attribuzione controversa, deviati dal valore di mercato, illusorio e presunto".

Genova, Ducale: sequestrato un Rubens per passaggi illeciti di proprietà - LA NOTIZIA

Ricostruiamo in breve quello che è il contenuto delle indagini: il dipinto, esposto in una sala dossier a Palazzo Ducale in coda al percorso di visita della mostra dedicata proprio all'artista fiammingo e al suo rapporto con la città di Genova, è stato sequestrato dai Carabinieri del Nucleo Tutela del Patrimonio culturale. L'opera era di proprietà della nobile famiglia Cambiaso di Genova che lo custodiva a Palazzo Centurione Cambiaso, dimora inserita nel circuito dei Rolli (palazzi storici dichiarati patrimonio dell'umanità dall'Unesco), che aveva provato a venderla, sapendo la reale attribuzione, senza riuscirci, secondo quanto ricostruito dai militari. Erano poi riusciti a cederla, nel 2012, ai due indagati per 350 mila euro. I due mercanti l'avevano fatta restaurare nel 2014, facendo emergere la seconda figura di donna. I due avevano fatto uscire il dipinto dichiarando falsamente, all'ufficio esportazione della Sovrintendenza di Pisa, che era di un anonimo autore fiammingo e che valeva 25 mila euro. Questo è stato fatto perché, come spiegato a Primocanale anche dal procuratore aggiunto Paolo D'Ovidio che coordina l'indagine assieme al pm Eugenia Menichetti, "in quanto un Rubens, non sarebbe mai stata data l'autorizzazione all'espatrio" dalla Soprintendenza.

Ma l'attribuzione comunque non era certificata, fino agli studi più recenti che hanno portato il quadro alla mostra a Palazzo Ducale, ad opera dell'istituto Rubeniano che ha convenuto sull'attribuire a Rubens e bottega questo quadro. Secondo Sgarbi, anche l'attribuzione più convincente "non è una certezza e anche un'opera attribuita a Giotto è veridicamente di scuola toscana, come un'opera attribuita a Rubens resta di scuola fiamminga. Le variazioni del valore di mercato - prosegue la nota - non sono significative né sufficienti a garantire l'autografia di un'opera, ma soltanto l'interesse del mercato che non coincide con l'interesse dell'arte e della storia, e soprattutto dello Stato, che nulla deve rivendicare su un'opera non storicamente documentata. Nessuna fonte genovese e nessun documento testificano il riferimento a Rubens del dipinto esposto a Genova. La storia dell'arte è vissuta per trecento anni senza questo improbabile Rubens".

"E dov'è - conclude Sgarbi - il reato se il quadro è in Italia? Anche annullando l'esportazione, basta notificarlo, invece di sequestrarlo con inutile clamore". Il reato starebbe nel fatto che il quadro è stato esportato all'estero in passato e ad oggi si trova in Italia, sì, ma con un regolare permesso di importazione temporanea per la mostra. Ma anche la stessa Procura di Genova a Primocanale aveva detto che il quadro sarebbe potuto restare esposto fino alla data di fine della mostra. Ecco perché l'auspicio di curatori, Ducale e Comune di Genova che stanno collaborando alle indagini è che presto possa tornare dove era stato posizionato per la sua interessante storia.

Il sottosegretario ha detto comunque che chiederà accertamenti.

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