Cultura e spettacolo

Il direttore della seconda realtà teatrale di Genova interviene nel dibattito aperto da Primocanale
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Fu nel 1975 che in una piccolissima sala di salita della Tosse, una traversa di via s. Vincenzo, andò in scena la 'prima' di un 'Ubu re' con la regia di Tonino Conte che segnò il punto di partenza di un teatro che prese il nome del luogo in cui era nato. Una struttura che vantava tra i suoi fondatori anche Aldo Trionfo e Lele Luzzati. Il nome, Teatro della Tosse, è rimasto anche nei suoi spostamenti successivi - prima presso il teatro Alcione di via Canevari e poi nella struttura di s. Agostino dove si trova aattualmente – ed è diventato sinonimo di una proposta eccentrica e originale che nel corso del tempo ha portato a Genova straordinari artisti come i Momix, Carolyn Carlson, Lindsay Kemp, Marcel Marceau, i Mummenschanz, Jango Edwards ed Eimuntas Nekrošius. Solo per citarne alcuni.

Nel 2005, in occasione del trentesimo anno di attività, la compagnia è diventa una ONLUS, la "Fondazione Luzzati - Teatro della Tosse", e dal gennaio 2015 direttore è Amedeo Romeo, con Emanuele Conte nel ruolo di presidente e regista di un'attività riconosciuta dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali “Teatro di rilevante interesse culturale”. Ed è proprio Romeo ad intervenire nel dibattito aperto da Primocanale con 'Terrazza incontra la cultura'

“Quello che si vede – afferma - è sicuramente una ripresa dopo due anni difficilissimi ed è molto positivo che il pubblico sia tornato in sala. In generale, compreso il nostro teatro, c'è una grandissima offerta, il che in sé è sicuramente positivo ma dovrebbe essere accompagnata da un coordinamento per una proposta che a volte è perfino troppo vasta per la città di Genova: avere una maggiore attenzione a seguire linee culturali ben precise eviterebbe di calpestarsi i piedi a vicenda, come talvolta purtroppo accade.

Un altro aspetto che ritengo importante è riuscire a difendere la cultura ligure su un territorio nazionale: noi ci troviamo in un sistema competitivo per quel che riguarda i rapporti con il Ministero in cui molto spesso gli enti locali sostengono con grandissima forza i teatri di cui siamo competitor e sarebbe importante che ancora di più – nonostante qualcosa già si faccia – possa essere sostenuto il nostro lavoro, sia in termini progettuali che di risorse”