Cronaca

Una vicenda che fin dai primi momenti ha visto il padre della studentessa genovese, Bruno Rossi, pronto a fornire il proprio supporto in qualità di ex rappresentante sindacale dei 'camalli' nonché di testimone in aula
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GENOVA-Tutti assolti i sei portuali genovesi che nel giugno del 2019 vennero fermati mentre si stavano dirigendo verso Castiglion Fibocchi in 'protesta' per la sentenza della Corte d'Appello sulla morte di Martina Rossi e trovati in possesso di oggetti atti a offendere.

Il giudice del tribunale di Arezzo, Giorgio Margheri, i membri del gruppo erano stati denunciati dopo che nel pulmino su cui viaggiavano, fermato dalla polizia stradale nei pressi dell'A1 nell'Aretino, vennero trovati una serie di oggetti atti a offendere oltre a uno striscione con scritto "giustizia per Martina". Una vicenda che fin dai primi momenti ha visto il padre della studentessa genovese, Bruno Rossi, pronto a fornire il proprio supporto in qualità di ex rappresentante sindacale dei 'camalli' nonché di testimone in aula ad Arezzo. Processo che aveva poi commentato con "i tempi sono davvero troppo lenti". 

"Chiedevano solo giustizia, sono bravi ragazzi - aveva detto Bruno Rossi -, li conosco bene e non hanno fatto niente di male. Io comunque non sapevo nulla di questo". I sei, tra i 28 e i 57 anni, furono trovati in possesso di taglierini e un bastone e denunciati dalla Digos (LEGGI QUI).

Il tribunale di Arezzo li ha assolti dall'accusa mentre una sentenza definitiva della Cassazione, ha condannato i due castiglionesi Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi a tre anni per tentato stupro. Questi ultimi hanno avanzato una richiesta di affidamento in prova ai servizi sociali, quale alternativa al carcere, e sono in attesa che il tribunale di sorveglianza fissi la data dell'udienza.

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