Cronaca

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Le autorità sanitarie puntano il dito sulla sindrome sgombroide, una reazione tossica causata da alti livelli di istamina nel pesce, spesso legata a interruzioni nella catena del freddo nella filiera di fornitura
3 minuti e 31 secondi di lettura
di Annissa Defilippi

A due giorni dall’episodio che ha mandato in tilt i pronto soccorso genovesi, l’intossicazione alimentare legata ai piatti a base di tonno serviti dal bar-ristorante Just Balilla in via Cesarea inizia a chiarirsi. Finita l’ispezione, è arrivato il primo avviso di garanzia: Paolo Piccolo, il titolare del locale in qualità di rappresentante legale, è indagato dalla Procura. Due le ipotesi di reato: lesioni o alimenti in cattivo stato di conservazione. La pm deciderà se estendere le responsabilità anche al cuoco o ad altri membri dello staff.

Cosa è successo

Circa 20 persone, principalmente colleghi di uffici vicini, sono state colpite da malori improvvisi mercoledì 10 dicembre, con sintomi come vomito, diarrea, eruzioni cutanee e difficoltà respiratorie. Le autorità sanitarie puntano il dito sulla sindrome sgombroide, una reazione tossica causata da alti livelli di istamina nel pesce, spesso legata a interruzioni nella catena del freddo nella filiera di fornitura.

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Quasi tutti a casa, ma una paziente ancora in osservazione

La buona notizia arriva dal fronte medico: la maggior parte delle vittime ha lasciato gli ospedali entro ieri sera. Su un totale di 20 intossicati, tra cui 12 da un ufficio in via Ippolito d’Aste e 8 da un altro in viale Brigata Bisagno – tutti sono stati dimessi dai Pronto Soccorso degli ospedali Galliera, Villa Scassi ed Evangelico di Voltri. I codici giallo hanno riguardato prevalentemente osservazioni brevi, con i pazienti rimandati a casa dopo cure sintomatiche. Tuttavia, la paziente più grave, una donna di 30 anni inizialmente arrivata in codice rosso al Galliera per complicazioni respiratorie e cutanee, resta ricoverata in via precauzionale. Le sue condizioni sono stabili e non destano preoccupazioni immediate, ma i medici la terranno sotto monitoraggio per almeno un altro giorno. L’azienda sanitaria ha già avviato un tracciamento per eventuali casi residui, ma al momento non se ne registrano.

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Indagini in Corso: atti alla Procura, Piccolo indagato e il ruolo del cuoco

Sul piano investigativo, come detto, gli investigatori hanno completato i sequestri preliminari: circa 60 kg di tonno residuo del lotto incriminato sono stati ritirati e inviati ai laboratori per analisi chimiche, con risultati attesi entro 7-15 giorni. Gli atti sono stati notificati alla Procura di Genova, che ora valuterà la qualificazione del reato. Il titolare del Just Balilla, Paolo Piccolo, è stato identificato come responsabile principale dell’accaduto, in quanto legale rappresentante del locale, ai sensi della legge sull’igiene alimentare.

La Procura quindi deciderà se estendere le indagini al cuoco o allo staff: emerge infatti l’ipotesi che il tonno sia stato tenuto fuori frigo per un tempo eccessivo durante la preparazione, favorendo l’accumulo di istamina (un processo chimico che non altera odore o aspetto del pesce). Al momento, i controlli Asl e Nas sul locale non hanno rilevato violazioni: temperature dei frigo conformi (0-4°C), procedure di conservazione in regola, e nessuna alterazione visibile nel prodotto al momento della lavorazione. Il fornitore, la grossista Milfa (attiva a Genova dal 1982), ha già ritirato l’intero lotto da tutti i clienti, puntando il dito sulla filiera upstream – forse durante la pesca o il trasporto iniziale.

Per la qualifica del fatto, due scenari: se emergesse negligenza grave si aprirebbe un procedimento per lesioni; altrimenti, si tratterebbe di alimenti in cattivo stato di conservazione, con sanzioni amministrative. Tra le irregolarità minori emerse: mancata indicazione degli allergeni nel menù.

L'avvocato: "Accogliamo con assoluta serenità questo passaggio formale"

Nicola Scodnik, avvocato di Just Balilla, specifica: “L’avviso di garanzia notificato al titolare deve essere letto come un atto dovuto, utile a garantire la piena partecipazione della difesa alle verifiche che la Procura svolgerà nelle prossime settimane. Al momento, nei verbali redatti dagli ispettori non risultano rilievi sulla conservazione o sulla lavorazione dell’alimento servito, elemento che conferma la necessità di attendere gli esiti delle analisi di laboratorio, che verranno effettuate in contraddittorio. Accogliamo quindi con assoluta serenità questo passaggio formale, certi che l’approfondimento tecnico-scientifico consentirà di chiarire l’origine dell’accaduto. Qualora dalle indagini emergessero responsabilità riconducibili alla filiera di fornitura del prodotto, adotteremo ogni iniziativa necessaria a tutelare la posizione del titolare e a far valere le eventuali responsabilità di terzi”.

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