Cronaca

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La denuncia a Primocanale di Mohamed, papà del bimbo di sette anni in lotta tra la vita e la morte dopo essere caduto dal secondo piano della scuola De Amicis di Voltri, che chiede giustizia. "Doveva essere guardato, seguito, invece è caduto per tre metri"
3 minuti e 0 secondi di lettura
di Aurora Bottino

"Mio figlio è stato abbandonato". Con gli occhi lucidi e la rabbia trattenuta a stento, Mohamed, padre del bambino di sette anni ricoverato in gravi condizioni dopo una caduta dal secondo piano della scuola De Amicis di Voltri, chiede giustizia. "Doveva essere guardato, invece è precipitato per tre metri e ora lotta tra la vita e la morte".

Il piccolo frequentava la scuola da appena due giorni

Il piccolo frequentava la scuola da appena due giorni. Il 15 settembre aveva iniziato al polo Res, dedicato agli alunni con bisogni educativi speciali. “Non è stata una scelta semplice trasferirlo, ma ci siamo sentiti costretti: dalla precedente scuola ci avevano chiaramente comunicato la difficoltà nel gestirlo. Mercoledì scorso ho affidato mio figlio alla maestra, il giorno dopo mi era arrivato un messaggio dove si diceva che mio figlio 'è un amore'", spiega il padre.

Il papà: "Non viviamo più"

La caduta è stata vista da una passante, che ha subito allertato l'istituto con le sue grida. In pochi minuti è intervenuto il 118, che ha trasportato d'urgenza il bambino con l’elisoccorso all'ospedale pediatrico Gaslini di Genova, dove si trova tuttora in prognosi riservata in rianimazione. Le sue condizioni, sebbene stabili, restano gravissime. Accanto a lui, ogni pomeriggio, ci sono i genitori. Intanto si attende l'ispezione disposta dal direttore dell’Ufficio scolastico regionale, sollecitata dal ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, che ha chiesto "piena luce sulle dinamiche del caso".

Quel messaggio: "Tuo figlio si è fatto male, lo portano al Gaslini"

"Quel giorno stavo lavorando in zona, intorno alle 12 ho ricevuto un messaggio: 'Si è fatto male, lo stanno portando al Gaslini'". Nessun dettaglio in più? Nessuno, spiega Mohamed: "Lì per lì ho pensato avesse battuto la testa, si fosse rotto qualche osso o fosse scivolato... mai avrei immaginato di trovare mio figlio in fin di vita. Ho provato a ricontattare la maestra che mi aveva scritto, ma niente. Sono arrivato all'ospedale e dopo cinque minuti ho scoperto cosa fosse successo. Non ho mai neanche parlato con la polizia".

Ora Mohamed vuole capire cosa non ha funzionato, perché suo figlio era solo. I dubbi, le domande senza risposte sono tante. "Doveva essere guardato. Lunedì, per il primo giorno di scuola, avevo anche spiegato che ogni tanto lui scappa, come fanno molti bambini, quindi sapevano come fosse la situazione". 

"Non facciamo più vita"

Secondo quanto emerge dalle prime ricostruzioni, il piccolo sarebbe salito su una rampa di scale priva di parapetto e, da lì, avrebbe avuto accesso al terrazzino: un passaggio non ancora chiarito e che resta al centro delle indagini. In quel momento in aula erano presenti 13 alunni. La scuola ospita bambini che necessitano di sostegno individuale, ciascuno affidato a un insegnante dedicato, ma uno dei docenti risultava assente per malattia. "Per questo sarebbe dovuta essere la scuola giusta per lui. La nostra famiglia è distrutta, non facciamo più vita".

Le indagini, intanto, continuano 

Gli inquirenti stanno valutando due ipotesi di reato: lesioni colpose, che configurerebbero responsabilità involontaria, oppure abbandono di minore, ipotesi di natura dolosa e ben più grave. La procura intende inoltre acquisire gli atti dell'ispezione ministeriale già avviata sull'Istituto, per verificare eventuali criticità legate alla sicurezza degli ambienti scolastici e all'organizzazione del personale. L'obiettivo è stabilire se la caduta sia stata frutto di una tragica fatalità o se vi siano profili di responsabilità penale nella gestione e nella vigilanza sui minori. Nel frattempo il bambino resta ricoverato in prognosi riservata e ogni giorno la famiglia si domanda come potersi svegliare da questo incubo.

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