Cronaca

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E la situazione è precipitata dopo l'estensione di orario del presidio sociale di comunità al 24 rosso. La chiusura all'1 di notte invece che alle 20 ha creato non pochi problemi. Il Comune ha fatto sapere che tra dieci giorni ci sarà una delibera importante
4 minuti e 31 secondi di lettura
di Aurora Bottino

Si nascondono sotto davanzali di fortuna, spesso creati ad hoc con tavole di legno per non essere ripresi mentre indisturbati spacciano hashish, crack ed eroina. A pochi metri, il portone di una scuola. Gli angoli sono diventati gabinetti di fortuna e un odore terribile si alza ed entra nelle case dei residenti. Urla e violenza accompagnano le giornate di tutti, le minacce sono all'ordine del giorno. Il problema dello spaccio continua a infiammare la polemica in molte zone del centro storico.

Soluzioni nuove per problemi vecchi 

L'emergenza è nelle zone più critiche della città, in cui vico Croce Bianca rientra da tempo. In questo lungo vicolo che finisce in via Gramsci la situazione sembra ferma a vent'anni fa. L'ex ghetto deve il suo nome a una locanda storica e nel suo sovrapporta rimane un'antica scultura dell'Annunciazione. Dagli anni '90 la zona combatte una morfologia che, con i suoi anfratti bui, la rende perfetta per l'illecito. L'altra faccia del centro storico più grande d'Europa, del fascino delle finestre che quasi si toccano, del complesso intersecarsi di stradine in cui ci vuole un attimo per perdersi.

Il presidio sociale, punto di riferimento per gli ultimi e lo spaccio

Tutte le amministrazione, chi più chi meno, hanno lavorato per disegnare un progetto volto alla riqualificazione dell’ex ghetto ebraico. Il principale contribuente, però, fu l'Unione Europea con due progetti Urban. Uno risalente agli anni '90, uno del 2002, piani utili "alla riqualificazione economica e sociale delle città e delle periferie in crisi, per la promozione di uno sviluppo urbano ecocompatibile". Così, come da progetto, decine di appartamenti sono stati ristrutturati e una nuova ondata di cittadini si è trasferita nella zona. Ma, dopo i lavori e il cambio demografico, il cambiamento e la riqualificazione sembrano aver fatto fatica ad ingranare.

Nel patto europeo era poi previsto un presidio sociale: per questo la Onlus Afet Aquilone si è trasferita nella struttura di vico Croce Bianca intorno agli anni 2000. Un luogo che è diventato nel giro di poco punto di riferimento per gli ultimi, i tossicodipendenti, i senzatetto e gli emarginati. Un luogo dove farsi una doccia, cercare assistenza legale o prendere un caffè. 

Boom di presenze nel "presidio" per clochard aperto di notte - Guarda qui 

A pochi metri dall'ingresso del presidio, però, c'è l'altra realtà: quella fatta di hashish e crak, che non è certo comparsa negli ultimi tempi. E le due ci mettono un attimo a scontrarsi: spacciatori e tossicodipendenti 'rubano' il posto ai fragili, ne approfittano, si mimetizzano. E così chi ne ha veramente bisogno viene allontanato, oppure è costretto a mettersi in coda a orari improbabili. Durante il covid, quando la Onlus distribuiva i pacchi alimentari a chi ne aveva bisogno, la coda iniziava alle sette del mattino, nonostante la distribuzione vera e propria iniziasse poi alle 11: l'unico modo per sperare di ricevere l'aiuto.

Stop alla sperimentazione notturna, ma il problema rimane

Una situazione complessa, peggiorata con la sperimentazione notturna del servizio, che a marzo ha iniziato a chiudere all’una di notte. La denuncia è finita sulla scrivania dell'assessore Lodi, che durante il Tavolo del Commercio e della Sicurezza, convocato dalla Prefettura a inizio luglio, ha confermato le preoccupazioni e ha fatto un passo indietro sul prolungamento d'orario del presidio: "È emersa una problematica riguardante la presenza in alcune fasce orarie, di una utenza che non corrisponde all'oggetto della sperimentazione e non permette di concentrare l'attività verso gli elementi innovativi richiesti. Nello specifico si tratta di persone con problematiche legate a dipendenze che non possono trovare risposta nell'oggetto della sperimentazione sociale né tanto meno nel personale educativo richiesto nella progettualità". L'assessore Lodi ha fatto sapere che tra dieci giorni ci sarà una delibera importante per la zona.

"Il problema non è il luogo ma il fatto che il nostro presidio è l'unico"

E così si è tornati alla chiusura alle 20, ma il problema rimane. Per molti il presidio andrebbe spostato. Forse un luogo come l'ex ghetto, che da tempo cerca nuove soluzioni a problemi vecchi, non è quello giusto per quel tipo di servizio? Secondo la presidente di Afet, Miriam Cancellara, il problema starebbe nell'aumento spropositato di persone che si rivolgono a loro, che ha avuto un boom durante la  sperimentazione notturna. "Sono aumentati i tossicodipendenti che ora, nonostante la chiusura alle 20, continuano a venire. Con il tempo, è cresciuto anche il numero di persone violente. Il problema infatti non è tanto il posto in cui si trova il presidio, ma il fatto che ce ne sia solo uno". Se ce ne fossero di più, sempre più persone potrebbero essere aiutate e i volontari sarebbero distribuiti al meglio sul territorio. 

Intanto, chi abita il vicolo è costretto a vivere nella paura 

Lo spaccio, come spiegato dal Procuratore di Genova durante l'inchiesta di Fanpage, è nelle mani delle organizzazioni albanesi e della ‘ndrangheta. "Per quanto riguarda invece il traffico e lo spaccio al minuto la gestione è affidata soprattutto alla criminalità senegalese". Inutili i tentativi delle forze dell'ordine, che pattugliano un'ampia zona tra cui vico Croce Bianca: chi abita la zona è costretto a vivere nella paura. Tra bivacchi di spacciatori e consumatori di crack accampati si fa lo slalom con i bambini stretti alla gamba, si cerca di non alzare lo sguardo per evitare problemi, evitare qualsiasi movimento che possa innescare una reazione. E dalle finestre a ogni ora si assiste a violenze, insulti, degrado. 

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