Cronaca

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Retroscena dalle due facce dopo l'arresto di un rapinatore a Bolzaneto. I tre fratelli più grandi del fermato, tutti incensurati, avviliti, chiedono perdono alla vittima del colpo, "non accadrà mai più"
1 minuto e 27 secondi di lettura
di redazione
Immagine realizzata con l'IA

Una rapina nelle periferie di Genova, un giovane marocchino che alle 21 strappa la collanina a un settantenne in via Giro del Vento, a Bolzaneto, fa scoprire una storia che racconta le due facce dell'immigrazione: da una parte un ragazzo che si trasforma in rapinatore per avere soldi facili, dall'altra la disperazione dei suoi tre fratelli più grandi invece sono tutti perfettamente integrati e incensurati e avviliti, quasi umiliati, dal gesto del fratellino.

"Giusto aiutare i migranti a ottenere la cittadinanza"

In mezzo tutto questo la grande delusione del settantenne rapinato, abitante nella zona e che quando è stato rapinato della collanina stava tornando a casa dopo essere andato a votare per i referendum.

L'uomo nell'apprendere che l'autore del colpo arrestato dai carabinieri della Radiomobile era un marocchino di 28 anni ci è rimasto molto male: "Sono andato a votare perché ritengo ingiusto che gli stranieri debbano aspettare dieci anni per ottenere la cittadinanza".

L'amarezza dei tre fratelli maggiorenni: "Perdonatelo"

A confortare la scelta dell'uomo potrebbe però essere il comportamento dei tre fratelli maggiori del fermato. I familiari, tutti in regola con i documenti e incensurati, hanno cercato di contattarlo per fargli avere le loro scuse. Uno di loro, si è appresso, ha rinunciato a dare un esame universitario per correre in tribunale e stare accanto al fratello: "Siamo desolati e chiediamo perdono a tutti per quanto ha fatto" hanno rimarcato.

 Il giudice gli concede i domiciliari


Proprio l'atteggiamento dei fratelli ha convinto il giudice a concedere al rapinatore il beneficio degli arresti domiciliari in un alloggio di uno dei fratelli, che poi ai margini dell'udienza di convalida dell'arresto hanno svelato: "Abbiamo promesso a nostra madre che lo avremmo aiutato a non sbagliare più, manterremo la parola a costo di rinunciare alla nostra vita".

Foto d'archivio

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