
Solo due famiglie delle nove vittime del crollo della Torre Piloti hanno presenziato a Molo Giano alla celebrazione per il dodicesimo anniversario della tragedia del 6 maggio 2013 provocato dalla nave Jolly Nero. Molte famiglie hanno rinunciato in segno di polemica, perché non hanno mai sentito vicino le istituzioni o si aspettavano pene più severe ai due processi per il crollo e per l'ubicazione della Torre. Altre famiglie sono semplicemente esauste e hanno preferito ricordare in privato il loro caro.
"Si sono dimenticati di noi"
Così sul molo, alle 23.05, l'ora della tragedia, sul punto in cui è crollata la modernissima Torre Piloti dopo l'urto della nave Jolly Nero fra le autorità e tanti militari della Capitaneria di Porto ci sono solo i familiari di Francesco Cetrola, militare che aveva 38 anni ed era originario di Santa Marina, a Salerno, e di Davide Morella, sottocapo di prima classe, che aveva 33 anni ed era di Biella. Non a caso, come precisa a Primocanale il papà di Davide, "due ragazzi che oltre che colleghi erano anche grandi amici". Un papà che poi parlando con il cappellano si lascerà sfuggire: "L'unico che ci è stato vicino è lassù - ha detto alzando lo sguardo al cielo - qui in terra di noi si sono dimenticati tutti".
Presente anche un militare scampato al crollo
Alla toccante celebrazione sotto un cielo plumbeo che minaccia pioggia e un mare appena mosso tanti colleghi delle vittime, anche piloti e gli addetti dei rimorchiatori. C'è anche uno dei militari scampati alla tragedia, Andrea Turco, perché era appena smontato da lavoro, "ho faticato a tornare a lavorare". Ad accogliere tutti il nuovo comandante della Capitaneria Paolo Ranieri al fianco del prefetto di Genova Cinzia Torraco e al consigliere della regione Alessio Piana a rappresentare il governatore Marco Bucci. Nel pomeriggiio, alla deposizione della corona al cippo del Porto Antico, era presenti anche il vicesindaco reggente Pietro Piciocchi insieme all'assessore regionale Massimo Nicolò.
L'urlo delle sirene del porto
Prima la preghiera a ricordo delle vittime del cappellano militare, poi - alle 23.05 - il momento più toccante del suono di tutte le sirene che è echeggiato e arrivato anche nelle case del centro storico: il suono forte delle grandi navi e quello meno forte delle tante motovedette che si sono uniti e hanno rotto il silenzio mentre le luci dei fari illuminano il mare scuro della notte. Un suono durato oltre due minuti ed è sembrato non finire mai, come lo strazio nel cuore dei colleghi e dei familiari delle vittime per cui il 7 maggio sarà per il resto della vita sempre e solo un giorno di dolore.
IL COMMENTO
Se l’ex Rinascente diventa un autosilos, a rischio i palazzi che si svuotano!
Se la cultura cambia marcia con lo stesso regista di prima