
Questa mattina, a Napoli e Bologna, a conclusione di un'attività d’indagine coordinata dalla procura, i carabinieri del Nucleo Investigativo di Genova,
supportati dai locali comandi provinciali, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misura cautelare in carcere nei confronti di 4 persone, emessa dal tribunale di Genova, per sei truffe in danno di anziani, furto in abitazione e indebito utilizzo di carte di credito.
Chi sono gli arrestati
Gli arrestati, di età compresa tra i 55 ed i 27 anni, residenti a Napoli, hanno compiuto i reati la scorsa estate, con la nota tecnica del "finto maresciallo e finto avvocato", nelle province di Genova, Piacenza e Alessandria, facendosi consegnare dalle vittime denaro e monili in oro per un valore complessivo di circa 20mila euro. L’età di tali vittime, residenti a Masone (GE), Novi Ligure (AL) e Podenzano (PC), varia tra i 78 ed i 91 anni. Gli anziani, oltre al denaro contante, si sono privati di anelli, catenine, orologi e altri monili in oro, che spesso costituiscono ricordi di famiglia.
La tecnica del finto carabiniere o avvocato
Il modus operandi segue sempre lo stesso schema: le vittime vengono contattate telefonicamente da sedicenti Marescialli dei carabinieri o avvocati che riferiscono che un prossimo congiunto dell’anziano (generalmente figlio o nipote) ha provocato un incidente stradale in cui è rimasta gravemente ferita la controparte. Per aumentare la pressione psicologica, i truffatori riferiscono alla vittima che, per evitare l’arresto del parente, è necessario pagare immediatamente una cauzione per risarcire il ferito.
Le vittime sono anziani soli
Acquisita l’intenzione di aiutare il parente in grave difficoltà, il truffatore spinge la vittima a mettere a disposizione il denaro e i gioielli presenti in casa. Il falso Maresciallo/avvocato comunica al truffato che entro un breve lasso di tempo una persona (finto carabiniere o assistente dell’avvocato), l’avrebbe raggiunta nella propria abitazione per ritirare il denaro/preziosi.
La tattica psicologica
Il telefonista, fino a quando il “corriere” non avrà ritirato il denaro, continua ininterrottamente a rimanere al telefono con la vittima, continuando a evidenziare la gravità dei fatti e il poco tempo disponibile per risolvere la situazione. In questo modo riesce ad avere un controllo totale del truffato dal punto di vista psicologico e delle azioni da lui compiute, evitando così che la vittima possa avere contatti telefonici con amici e/o parenti che, una volta informati della situazione, potrebbero fare sfumare il ritiro della refurtiva e informare le forze di polizia.
Tre dei quattro arrestati sono stati portati nel carcere di Napoli Poggioreale mentre uno si trova già in quello di Bologna per altra causa.
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