
Annalucia Cecere va a processo. È la clamorosa e attesa decisione della Corte d'Appello di Genova sul cold case di Nada Cella, la giovane segretaria uccisa a Chiavari nello studio del commercialista Marco Soracco la mattina del 6 maggio 1996.
Chi è Annalucia Cecere
Cecere, unica indagata per l'omicidio di Nada andrà a processo dal 6 febbraio 2025 davanti ai giudici della corte d’Assise. A giudizio anche il commercialista Marco Soracco e la madre Marisa Bacchioni, accusati di favoreggiamento e false dichiarazioni al pm Gabriella Dotto.
Sono queste le decisioni dopo due ore di camera di consiglio del collegio di giudici della corte di appello di Genova presieduto da Vincenzo Papillo.
Cecere 28 anni, ora vive nel cuneese, ma all’epoca dei fatti abitava in corso Dante 57 a soltanto 90 passi dallo studio del commercialista Marco Soracco, in via Marsala 11, a Chiavari teatro del delitto. Annalucia era un’amica del datore di lavoro di Nada. Forse quest’ultimo più di un amico, almeno per lei. E proprio per questo motivo, Nada, di solo qualche anno più giovane, era diventata troppo scomoda. Per gli inquirenti lei avrebbe ucciso per prendere il lavoro alla vittima ma anche per accasarsi, per sistemarsi viste le sue grandi difficoltà economiche dell'epoca.
La riapertura grazie a una criminologa
Indagata e subito archiviata nel 1996 la donna era sparita dalla circolazione e il delitto destinato a rimanere insoluto. Un omicidio poi riaperto a sorpresa nel 2021 dopo la rilettura dei vecchi atti da parte della criminologa barese Antonella Delfino Pesce e dall'avvocato della famiglia Sabrina Franzone che hanno scoperto che alcuni indizi trovati dai carabinieri non erano stati mai trasmessi ai poliziotti titolari dell'indagine, primo fra tutti i bottoni rinvenuti nella casa di Cecere identici a quello trovato sporco di sangue nello studio di via Marsala. L'inchiesta bis è stata affidata alla pm Gabriella Dotto e alla squadra mobile. Felice l'avvocata della madre di Nada
Le parole dell'avvocata Sabrina Franzone dopo la lettura della decisione dei giudici, avvenuta alle 19, appaiono una sorta di liberazione: "Sono contenta soprattutto per la mamma della Cella anche perché ha aspettato questo momento per 26 anni, se lo meritava. Ho avuto paura fino all'ultimo perché siamo tutti consapevoli di questo processo ma c'era stato un lavoro immenso della Procura, delle forze dell'ordine, questa decisione mi riconcilia con la giustizia".
Il legale di Cecere: "Non ha commesso quel reato"
Gianni Roffo, difensore di Anna Lucia Cecere, nel commentare la decisione dei giudici non nasconde il suo disappunto, che poi sfocia in uno uno scambio di vedute piuttosto tese con un investigatore che invece non ha nascosto la sua soddisfazione per il rinvio a giudizio degli indagati, a marzo dopo la decisione di non luogo a procedere del gip, gli stati d'animo erano stati opposti: "L'unica cosa che mi dispiace - spiega l'avvocato Roffo - è che non possiamo conoscere le motivazioni ha indotto i giudici a ribaltare la decisione del gip, se le lo aspettavo? Nessuno ha ancora condannato la Cecere, è solo rinviata a giudizio e penso che anche in corta di assise si terrà conto che un giudici l'aveva già assolta allo stato degli atti. Siamo sereni e andremo avanti consapevoli che parliamo di una donna che non ha commesso quel reato".
Raggiante l'avvocato della sorella di Nada
"Rinvio a giudizio il 6 febbraio, tutti e tre", dice con sorriso infinito Laura Razetto, l'avvocato di Daniela Cella, sorella maggiore di Nada che vive a Milano con le due figlie, una delle parti civili del procedimento. Il legale è la prima ad uscire dall'aula dopo la decisione dei giudici, e il suo raggiante sorriso è la conferma di quanto era già trapelato con i messaggi sugli smartphone e poi ribadito dalla felicità commossa dell'investigatore della squadra mobile che più di ogni altro ha lavorato per la riapertura del caso, in grande apprensione per la sorte dell'indagine. "Una grande soddisfazione - ribadisce Razetto con un grande sospiro - e dobbiamo dire grazie anche al procuratore generale che ha fatto un grandissimo lavoro, noi abbiamo cercato di fare del nostro meglio e questa volta ci hanno ascoltato".
Il difensore del commercialista: "Sorpreso per Soracco"
L'avvocato Andrea Vernazza, legale di Marco Soracco e Marisa Bacchioni non nasconde la sua contrarietà alla decisione della corte di appello: "Quanto deciso dai giudici era nelle possibilità, andremo davanti alla corte di assise, che è un'ottima corte di assise, lì si vedrà, la mia sorpresa è per Soracco perché a mio avviso il reato era prescritto e ci sono sentenze per cui non poteva essere sentito se non alla mia presenza (Soracco sarebbe stato ascoltato senza il legale dagli inquirenti Ndr), ma ora la corte deve motivare, vedremo…".
IL COMMENTO
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