LA SPEZIA-Quattro custodie cautelari in carcere, sei denunce e quasi 10 kg tra cocaina, eroina e hashish per un valore di circa 1,5 milioni sulla piazza, sequestrati dalla Squadra Mobile della Spezia in un'operazione che ha interessato anche la Lunigiana. Qui, secondo gli inquirenti, in una cantina di Aulla, c'era la base logistica dove veniva conservato lo stupefacente. A gestirla un marocchino di 38 anni che garantiva il principale canale di approvvigionamento dello spaccio nel Quartiere Umbertino alla Spezia.
L'operazione, denominata "Hydra", è scattata dopo la morte per overdose di una 35enne, avvenuta nel luglio scorso in un parco cittadino. Gli agenti sono risaliti agli spacciatori che cedettero la dose mortale di eroina alla donna, due nordafricani di 22 e 29 anni, arrestati con l'accusa di morte a causa di altro reato. Del gruppo faceva parte anche un magrebino di 24 anni, arrestato per spaccio. Denunciata inoltre per omissione di soccorso una donna italiana di 45 anni, che si trovava in compagnia della vittima e si era disinteressata delle condizioni della donna ed era fuggita.
A partire da qui, gli inquirenti hanno ricostruito le azioni di un sodalizio che arrivava ad avere sino a 50 clienti al giorno. Centrale per l'organizzazione era l'utilizzo di un appartamento di Via Torino, di proprietà di una cittadina italiana di 47 anni, a sua volta denunciata, dove i quattro convivevano e da dove si muovevano per inondare di droga le piazze della Spezia. Le altre quattro persone denunciate sono fiancheggiatori dei quattro con ruoli minori. All'alba di ieri, su input del pm Monica Burioni, è scattato il blitz della Squadra Mobile guidata dal dirigente Lorenzo Mulas e dal suo vice Alessandro Pescara, che ha permesso il sequestro della droga, la maggior parte conservata all'interno di un armadio in una cantina di Aulla, scovato grazie al fiuto di un cane poliziotto. "Oltre ad aver stroncato la morsa che avvolgeva il Quartiere Umbertino, ci piace pensare di aver reso giustizia della vita di una giovane donna", ha detto la questora Lilia Fredella.
IL COMMENTO
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