GENOVA - "Tutti i candidati ad ogni livello politico dovrebbero conoscere le basi del rispetto della persona, avere un candidato che si permette di insultare il lavoro fatto da oltre 50 anni dalle associazioni che si battono per i diritti dei disabili, sull'integrazione e l'inclusione e buttare al vento in un attimo le bellissime leggi dell'Italia sull'inclusione è qualcosa che stride".
E' il parere di Claudio Puppo, della segreteria della Consulta regionale sull'handicap, sulla candidatura alle elezioni europee nelle file della Lega del generale Vannacci che ha riferito e scritto sul suo libro che gli studenti disabili dovrebbero frequentare classi differenziate.
Puppo ha parlato a margine della festa delle polizie locali della Liguria svolta in piazza De Ferrari e in cui sono stati premiati gli agenti che hanno difeso i diritti delle persone con disabilità.
"Forse Vannacci è abituato a comandare persone che erano alte e bionde e con gli occhi azzurri, perfette in tutto e per tutto - aggiunge Puppo - ma il 12% delle nostre famiglie e il 10% della popolazione non è così, alta bionda e con gli occhi azzurri, abbiamo qualche difficoltà, qualcuno è in carrozzina, qualcuno è malformato, qualcuno non vede, qualcuno non parla, perché tornare alle scuole speciali, perché volere ghettizzare? Noi riteniamo che non solo il generale Vannacci ma tutti gli ordini politici prendano le distanze da queste parole e rispettino la convenzione Onu, le leggi italiane, la nostra Costituzione dice che siamo tutti uguali".
Puppo rispetto alla scelta della Lega di candidare Vannacci dice: "Ogni partito è composto da persone che possono fare delle scelte, giuste e coraggiose a volte infauste, non vogliamo esprimerci, ma apprezziamo chi nello stesso partito in cui si candida il generale Vannacci ha detto che non rappresenta il partito, per noi è importante sentire questo. Questo significa che anche nel nostro mondo politico c'è ancora la coscienza di cosa è un diritto e cosa è un bisogno di un cittadino, e non c'è più la vecchia retorica degli anni '30 e '40 e ancora presente in alcuni Paesi nel mondo per cui le persone disabili sono fortemente discriminate, noi guardiamo avanti, non al passato".
IL COMMENTO
Se la cultura resta Cenerentola e il grande equivoco del centrodestra
Elezioni regionali, una sorpresa a metà