Cronaca

L'insegnante in cerca del posto fisso, il liceale e l'universitario, ecco uno spaccato di chi è sceso in piazza per dire no ai manganelli e sì alla libertà di manifestare
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GENOVA - Gli studenti potevano essere di più, ma chi c'era non ha mollato neanche per minuto, con il megafono o anche gridando con tutto il fiato possibile.
L'appuntamento era per le 9 a Ponte dei Mille, davanti alla stazione Marittima, davanti al porto, dove oggi è avvenuto il taglio del nastro per i lavori del tunnel sotto il mare alla presenza dei ministri Piantedosi e Salvini, finiti nell'occhio del ciclone dopo le manganellate agli studenti di Pisa, il primo perchè a responsabile della polizia, il secondo per i suoi commenti molto duri contro i manifestanti.

Un centinaio di genovesi oggi è sceso in piazza per gridare sì alla libertà di manifestare, no alla repressione e basta guerre, basta sangue in Palestina.

Dal presidio è nato un rumoroso corteo nelle vie della città, pacifico, con fumogeni (pochi) e senza incidenti, con slogan e basta, un corteo che snodandosi fra Principe, Balbi e largo Zecca si è poi attestato sino alla Prefettura, dove erano attesi i due ministri. Una prefettura blindata con una sorta di zona rossa creata dal reparto mobile che ha impedito a tutti di passare da piazza Corvetto a via Roma. Tanti i disagi per commercianti, automobilisti e lavoratori della city. Ma alla fine è andato tutto liscio: i manifestanti hanno gridato i loro slogan sotto gli occhi degli agenti, che dopo Pisa avevano avuto l'ordine del nuovo questore di Genova Silvia Burdese di essere più che mai tolleranti e non rispondere ad eventuali provocazioni.

Raccomandazioni inutili: i manifestanti non hanno mai mostrato la volontà di alzare la tensione. I ragazzi, molto giovani, si sono avvicendati al megafono. Hanno cantato la musica sparata dalle casse trasportate dal furgone che apriva il corteo, coordinato da un anziano antagonista. Un corteo variegato: studenti liceali, universitari, lavoratori del porto, qualche antagonista di razza lì come a controllare il territorio, sindacalisti di vecchia data come Bruno Rossi, pacifisti storici come Norma Bertullacelli, lavoratori precari come la lucida Marta Collot, di Potere al Popolo, una maestra elementare che ha ricordato anche la vergogna di affidare un'opera importante, anche se per lei inutile, come il tunnel, ad Autostrade per l'Italia ancora sotto accusa per la tragedia del Morandi.
Poi hanno parlato tanti ragazzi, Leonardo, Studente di Osa (Opposizione studentesca alternativa) e all'ultimo piano del liceo Fermi, e Giovanni, di Cambiamo Rotta, uno studente universitario di San Fruttuoso che fa Scienze  Politiche e che alla domanda su cosa sogna di fare nella vita non ha saputo rispondere, "non riesco ancora a vedere il mio futuro...

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