Cronaca

Nello scritto i pm spiegano il perché delle accuse a tutti gli imputati che dal 2016 hanno avuto responsabilità con il progetto che avrebbe messo in sicurezza gli stralli del viadotto
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GENOVA -Una mimi memoria di cinquanta pagine per spiegare perché chi ha gestito il progetto che avrebbe messo in sicurezza le pile del Morandi è stato indagato e ora deve risponderne davanti ai giudici.

Lo scritto è stato depositato al processo Morandi dai pubblici ministeri Walter Cotugno e Marco Airoldi che in questo modo hanno cristallizzato le posizioni di tutti gli imputati che dal 2016 hanno avuto a che fare con il progetto di retrofitting, ossia i lavori di rinforzo delle pile 9 e 10, che sarebbero dovuti partire a settembre 2018: dai tecnici e ingegneri fino ai funzionari del Mit. I magistrati hanno anche depositato tre nuovi documenti sull'organizzazione interna di Autostrade per l'Italia.

Lo scritto presentato oggi dai pm farà poi parte della maxi memoria conclusiva che i pm, con la regia dell'esperto sostituto procuratore Massimo Terrile, stanno redigendo udienza dopo udienza e che, dalle 2300 pagine all'inizio del processo, ora è più che raddoppiata e conta di circa 5 mila pagine.

In aula oggi a difesa di alcuni dei 58 imputati sono stati sentiti dai giudici dirigenti ed ex dirigenti delle altre società che gestiscono la rete autostradale, testi minori ritenuti di poca rilevanza ai fini del processo.
 
(Nella foto la presentazione della memoria iniziale avvenuta il 21 dicembre 2022 da parte dei pm Terrile - di spalle - e Cotugno, alla presenza del procuratore capo Nicola Piacente, con la mascherina)
 
 

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