Cronaca

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Le prime "persecuzioni" ai condomini già nel 2013, poi l'escalation tra marzo e aprile 2022, le chiamate alle forze dell'ordine e alla salute mentale.
È quanto hanno raccontato i vicini di casa di Alberto Scagni, il disoccupato di 43 anni che il primo maggio 2022 ha ucciso la sorella Alice sotto la sua abitazione a Quinto, nel corso del processo davanti alla corte d'assise presieduta dal giudice Massimo Cusatti.

"Nel 2013 per diverse volte qualcuno rimasto anonimo ha citofonato al mio interno. Poi tra marzo e aprile 2022 abbiamo chiamato più volte il 112, la polizia locale perché qualcuno metteva gli stuzzicadenti nel citofono facendolo suonare continuamente", ha detto Francesca Lenzi nel corso della sua deposizione. La donna a metà aprile era anche riuscita a fotografare Scagni subito dopo aver messo in atto la molestia condominiale. "Ho insistito con la polizia locale quando finalmente è arrivata - ha continuato Lenzi - affinché andassero dal mio vicino. Il 19 aprile telefonai anche alla Salute mentale. Mi dissero che conoscevano Scagni perché avevano ricevuto diverse chiamate ma non potevano intervenire. L'unica soluzione era fare intervenire l'amministratrice. Ma non fece nulla". In aula sono stati ascoltati un altro vicino che registrò i colpi dati contro il muro con una mazza e che provenivano dall'appartamento dell'assassino e il genero del proprietario dell'appartamento che qualcuno, verosimilmente Scagni, chiuse più volte con una catena e un lucchetto.

"Esasperato - ha ricordato Andrea Cassanello - misi un biglietto con il mio numero per trovare una soluzione. L'unico a contattarmi, il 30 aprile, fu Scagni. Era tranquillo e mi disse che secondo lui bisognava mettere le telecamere di videosorveglianza". Il processo continuerà il 15 settembre quando ci sarà la requisitoria del pubblico ministero Paola Crispo. La sentenza è prevista per il 29 settembre. Scagni è accusato di omicidio volontario aggravato. Per la famiglia sarebbe incapace di intendere e volere mentre per l'accusa sarebbe perfettamente capace. Secondo il perito del giudice delle indagini preliminari sarebbe invece semi infermo di mente.