GENOVA - Presso il Circolo CAP di via Albertazzi si è tenuta la tavola rotonda sul tema “sicurezza reale e sicurezza percepita. L’importanza del coordinamento istituzionale e locale sul territorio” organizzato dal Sindacato Italiano Appartenenti Polizia che rappresenta oltre 15.000 iscritti a livello nazionale e 500 a Genova.
Il segretario provinciale di Genova e segretario nazionale del SIAP Roberto Traverso ha spiegato che "con questo evento cerchiamo di dare un contributo costruttivo costruttivo alle problematiche di sicurezza della città. L’insicurezza percepita, che aumenta anche oltre i problemi reali di sicurezza, è una cosa che preoccupa molto la nostra categoria che è sotto pressione e con carenze di organico importanti".
La categoria della Polizia di Stato è in difficoltà per problemi di organico nati dal lungo stop ai concorsi che ha causato un mancato ricambio generazionale dopo il pensionamento di tanti operatori con cui si è disperso un grande bagaglio di esperienza, anche investigativa: al momento a Genova sono presenti circa duemila unità, numero che dovrebbe aumentare almeno del 10%.
Il reato che preoccupa di più è lo spaccio di sostanze con i suoi reati contingenti.
Genova ha uno dei porti più importanti del mediterraneo attraverso cui transitano anche gli stupefacenti, per questo l’attività investigativa è fondamentale, non solo quella di ordine pubblico.
È la stessa DIA a dire che esistono pesanti infiltrazioni mafiose sul territorio.
Questa carenza di personale e risorse ricade su uomini e donne della polizia di Stato anche in termini di disagio psicologico e rischio burn out.
Per Traverso serve uno sforzo di coordinamento tra le forze in campo finora mancato, una posizione questa che il Siap sostiene da tempo, senza contrapposizioni con la Polizia Locale, ma cercando di integrare le risorse. "Ci sono troppe divise nel Centro Storico - spiega - e sembra quasi un problema di ordine pubblico, invece c'è bisogno di indagini a causa delle infiltrazioni mafiose. Il rischio poi è quello di lasciare sguarnite alcune zone che avrebbero bisogno di maggiore presenza di forze dell'ordine".
Tra le possibilità proposte da Traverso anche quella di "recuperare i Patti per la Sicurezza: fare un contratto tra gli enti locali e il cittadino per avere una sicurezza urbana che non è solo servizio di polizia ma è pulizia, ambienti migliori, luminosità, servizi sociali sul territorio. Questi patti sulla sicurezza devono partire ed è previsto anche un contributo di noi sindacati per garantire che siano efficaci".
Secondo Traverso è mancato infatti un fondamentale passaggio politico dell’applicazione del Decreto Minniti ovvero la contrattualizzazione dei previsti Patti per la Sicurezza tra comune prefettura e cittadini, che a Genova non sono mai stati avviati sotto il profilo politico visto che, come previsto dall’art. 5 del Decreto Minniti d.l 14/2017, prevede anche la concertazione con le rappresentanze delle associazioni di categoria tra le quali anche le organizzazioni sindacali ma anche chi rappresenta sul territorio le fasce deboli e fragili che vivono nella città di Genova.
Il Siap ha rimarcato come attraverso i Patti per la Sicurezza, oltre al coordinamento, si potrebbe avviare una preventiva e strategica valutazione del rischio sicurezza urbana e una mappatura del territorio, perché ogni intervento deve tenere conto della diversità delle zone e dei loro problemi.
Quindi la proposta offerta è quella di avviare i suddetti Patti per la Sicurezza, un modello che potrebbe essere recepito anche su altri comuni presenti sul territorio regionale e provinciale Genovese, per esempio anche nel Tigullio dove la Polizia di Stato è presente con i suoi Commissariati a Chiavari e Rapallo.
ECCO L’INTERVISTA INTEGRALE
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