GENOVA - Lo avevano annunciato i residenti e come promesso sono scesi davanti ai cancelli della Rems Villa Caterina, la struttura sanitaria di accoglienza per gli autori di reato affetti da disturbi mentali e socialmente pericolosi a Genova Pra', per protestate non soltanto per l'arrivo di Luca Delfino, ma per la pericolosa vicinanza della struttura alle loro case con cui sono costretti a convivere dal 2011. "Luca Delfino è soltanto l'ennesimo ospite di questa struttura potenzialmente pericoloso e non possiamo dire di non avere paura di lui, ma di certo stiamo cavalcando la sua notorietà per manifestare la nostra preoccupazione".
"No ai killer a piede libero, basta ansia e paura, tutela per i nostri figli, stop strutture colabrodo"
Recitano così gli striscioni davanti alla struttura che tra poche ore ospiterà anche il soprannominato killer delle fidanzate, il genovese che ha scontato 16 anni e 8 mesi per l'omicidio della sua ex, Antonella Multari. Negli anni da questa struttura, anche di recente, sono evasi diversi pazienti psichiatrici. La scorsa settimana è scappato, nella notte tra mercoledì e giovedì, un marocchino rientrato poi autonomamente, che aveva usato una scusa per allontanarsi dalla visuale dell'addetto alla vigilanza e si era diretto verso il cancello, per poi sfondarlo e scappare. Per questo sono state installate delle recinzioni più alte.
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Qui Delfino dovrà restare i prossimi sei anni e mezzo - che si è detto "nervoso e ansioso di ritornare in città, in un luogo diverso dal carcere della Spezia" - e preoccupa la vicinanza con le sette abitazioni che quasi confinano con il perimetro della struttura.
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Dai racconti dei residenti come Fabio Frumento si comprende come la situazione sia stata difficile in passato. "Di notte non si dorme, a meno che no si faccia l'abitudine alle urla, ai litigi, alle fughe, agli allarmi. Io non posso permettermi di invitare nessuno nel mio giardino a fare un barbecue o a mangiare una pizza", racconta a Primocanale.
"Noi dal giardino potremmo un domani passare la cena a Luca Delfino, perché appunto, la loro area relax è confinante con uno dei nostri giardini privati. Ed è una cosa abbastanza preoccupante, visto che negli anni ho visto qualcuno intrufolarsi nel mio giardino per portare un cellulare, ma potrebbe essere un'arma"
E non mancano anche insulti e minacce che gli ospiti lanciano alle persone, anche donne, bambini e anziani, nei dintorni. A separare i pazienti dal resto del mondo ci sono praticamente soltanto 5 metri di distanza e all'interno "ci sono persone considerate ancora socialmente pericolose".
"Noi chiediamo soltanto che questa struttura sia sicura, che non lasci uscire così facilmente chi ci vive all'interno e che si mantenga un equilibrio di civiltà che ci consenta di vivere tranquilli"
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Il consiglio comunale di Genova, intanto, ha approvato all'unanimità un ordine del giorno che impegna il Comune a risolvere il problema della prossimità tra Rems e abitazioni e della vigilanza esterna. La struttura doveva in origine ospitare soltanto pazienti psichiatrici, poi dal 2016 è stata trasformata nel 2016 in Rems in condizioni di provvisorietà in attesa di una nuova struttura nello spezzino.
Presente il consigliere regionale della lega Alessio Piana: "Ci vuole almeno il braccialetto elettronico e l'obbligo di sottoporsi all'assunzione controllata di farmaci".
IL COMMENTO
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