GENOVA -Ne parleranno l'ingegnere Spea Bernardo Rinaldi, la professoressa dell'università di Genova Maria Pia Repetto, e l'esperta in rischi di Autostrade per l'Italia Flavia Corcos: il progetto di retrofitting della pila 9 che avrebbe messo in sicurezza Ponte Morandi ed evitato la tragedia del 14 agosto del 2018 costata alla vita a 43 persone rimane al centro delle udienze del processo in svolgimento nella tensostruttura di palazzo di giustizia.
Rinaldi, ingegnere Spea in servizio a Genova nel 1999 e poi trasferito all'ufficio progettazione di Roma, prima sotto Di Taddeo poi sotto Nebbia (entrambi imputati) potrebbe parlare anche della strana storia di un altro imputato con cui ebbe molti scambi di mail, Carlo Casini, genovese, anche lui di Spea, che nonostante sia fra i dirigenti sotto accusa era stato trasferito dalla Liguria alla Valle d'Aosta solo per avere inviato per due anni di fila delle email in cui segnalava l’impossibilità di poter accedere e ispezionare i cassoni posti sotto la pavimentazione stradale del Morandi.
Insomma chi raccontava la verità faceva una brutta vita nel mondo di Aspi e della consociata Spea.
Rinaldi potrebbe essere anche chiamato a parlare dell'ingegnere Pisani, l'allievo di Morandi che per motivi di età e di salute sarà eccezionalmente ascoltato a Roma dove il processo si trasferirà per tre giorni, dal 17 di luglio, ultima appendice di udienze prima della sosta estiva. A Pisani venne affidato il progetto di rifacimento delle due pile già nel 2011: ma l'intervento non partì mai. L'accusa ipotizza perchè il progetto di Pisani era troppo esoso, forse anche in base a conteggi sbagliati in modo grossolano delle spese fatte da Autostrade. Ma Aspi nega questa ricostruzione. In quel progetto Rinaldi era capo commessa.
Imbarazzante il fatto che, a detta dell'accusa, uno degli imputati eccellenti, Donferri Mitelli, direttore di manutenzioni di Aspi, nel 2017 decide di tagliar fuori dal pool della progettazione del retrofitting Pisani perchè non assoggettato e per ottenere questo scopo comunica ufficialmente con una mail al Mit che l'allievo di Morandi è morto. Quel morto che adesso i magistrati hanno "resuscitato" e vogliono sentire come teste chiave a costo di fare traslocare tutto il processo nell'aula bunker di Rebibbia, a Roma.
In aula oggi a Genova ci sarà anche Maria Pia Repetto, ingegnere, insegnante del Dicca di Genova, il dipartimento di tecnica delle costruzioni. La docente a fine 2017, l'anno prima del crollo, era stata contattata da Aspi con altri colleghi per una consulenza sul progetto di retrofitting della pila 9 e 10, un intervento di messa in sicurezza che nonostante fosse stato auspicato già negli anni '90 dopo il rifacimento della pila 11 sarebbe dovuto partire solo nell'ottobre del 2018, troppo tardi. Repetto potrò raccontare anche del suo collega Antonio Brencich, fra gli imputati, che nonostante fosse un consolidato e stimato consulente di Aspi in quell'occasione non venne subito coinvolto nel progetto: perchè si era lasciato andare a considerazioni che auspicavano l'abbattimento dell'opera, per via degli elevati costi di manutenzione, ma anche per un'intervista a Primocanale in cui ribadiva i suoi convincimenti.
Sarà poi terminare la sua deposizione e essere interrogata in controesame anche Flavia Corcos, esperta in rischi di Autostrade per l'Italia che potrà sottolineare il clima avverso a chi in Aspi provava a non dire signorsì ai vertici dell'azienda. Non a caso il suo capo ufficio Antonio Sanna, come lei sentito in aula il 5 giugno, aveva denunciato l'arroganza e l'aggressività verbale di Donferri e Berti nelle riunioni, soprattutto nei confronti delle donne come Flavia Corcos, "io cercavo di partecipare sempre per essere di dare un po' di sostegno alle donne".
La Corcos stamane è stata la prima ad essersi seduta davanti ai giudici per il controesame, a porre le prime domande l'avvocato Davide Sangiorgio, difensore dell'ex presidente del primo tronco di Genova di Aspi, Stefano Marigliani. Tema la scheda dei rischi di fine 2017 che per la prima volta viene trasmessa al tronco e in cui per intervento sul Morandi per la prima volta si parla di intervento evolutivo e non manutentivo parlando del retrofitting degli stralli 9 e 10.
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