GENOVA - Si è definito pentito e dispiaciuto per quanto accaduto, il 19enne agli arresti domiciliari con l'accusa di omicidio preterintenzionale dell'ingegnere informatico Sergio Faveto. Daniel Borsi, durante l'interrogatorio di garanzia, ha spiegato di aver avuto un ruolo più marginale nell'accaduto e che i suoi colpi sono stati "meno violenti". L'uomo era stata massacrato a Molassana la scorsa estate da Borsi e un altro 17enne, perché lo avevano scambiato per pedofilo, ed era deceduto un mese e mezzo dopo in ospedale a causa delle lesioni subìte.
Il ragazzo, difeso dagli avvocato Simone Vernazza e Matteo Mezzapesa, ha parlato per mezz'ora davanti al gip: ha ammesso di avere preso parte al pestaggio ma con un ruolo marginale rispetto al minorenne. Borsi resterà ai domiciliari. I suoi legali al momento non hanno chiesto alcuna revoca o attenuazione della misura cautelare. Prima dell'interrogatorio di garanzia, i carabinieri hanno depositato, al pubblico ministero Paola Calleri, una nuova informativa con le testimonianze di altri ragazzi che hanno assistito alla scena.
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