Cronaca

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GENOVA - Continua la vicenda che ha portato i carabinieri all'arresto del 18enne Daniel Borsi, di origini bielorusse ma adottato da una coppia di italiani, accusato di aver ucciso l'ingegnere disabile Sergio Faveto, 52enne pestato a morte il 3 agosto in piazza Unità del Popolo, a Molassana. Faveto sarebbe stato picchiato con calci e pugni da Borsi e un altro ragazzo, fermato anche lui ma deferito in stato di libertà perchè minorenne.

Il giovane genovese è ritenuto responsabile di omicidio preterintenzionale aggravato dai futili motivi e per l'aver commesso il fatto con più persone riunite: a rischiare di finire nei guai sono infatti almeno altre 5 persone - scrive il Secolo XIX -. La prima sarebbe l'uomo che quella sera, nei giardinetti di Molassana che Faveto bazzicava spesso con il suo computer (di cui era un appassionato), lo avrebbe additato come pedofilo.

Un'accusa, poi rivelatasi infondata, che avrebbe "aizzato" i ragazzi. Nei guai anche quattro giovani, amici presenti quella sera e ora passabili di aver provato a depistare le indagini mentendo su quello che era accaduto realmente.

Secondo la ricostruzione dei militari, Faveto sarebbe quindi stato colpito dall'uomo, un residente, probabilmente con uno scappellotto e la parola 'pedofilo'. A quel punto la "spedizione punitiva" dei due ragazzi, che lo avrebbero iniziato a prendere a calci e pugni. Faveto sarebbe poi scappato, o almeno avrebbe tentato, rifugiandosi in un portone da cui i due lo avrebbero poi violentemente trascinato fuori: le botte non erano finite.

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Dopo il fatto era stato lui stesso a chiamare il 112, rifiutando di farsi medicare nonostante le gravi ferite. Ai militari aveva detto di essere stato colpito con dei pugni al petto da una o due persone: "Sono cardiopatico - aveva spiegato - mi hanno colpito al petto, potevano uccidermi".

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L'uomo era tornato a casa ma il 14 agosto si era presentato in ospedale per alcuni dolori al torace: è morto a settembre, dopo una trombosi dell'aorta addominale, secondo il medico legale procurata dalle percosse subite quella sera.