GENOVA -"Siamo entrati nel vivo del processo e sicuramente il prossimo anno sarà determinante con il dibattimento, noi speriamo in tempi ragionevoli".
A parlare è Egle Possetti, portavoce del Comitato familiari vittime del Morandi che unisce i congiunti delle 43 vittime della tragedia del 14 agosto del 2018.
La donna, intercettata sotto la tensostruttura del tribunale dove si svolge il processo, accetta di fare un bilancio del 2022: "Il prossimo anno saremo al quinto anno dalla tragedia, noi sappiamo che in Italia i processi hanno tempistiche lunghe ma siamo fiduciosi che con gli elementi raccolti nessuno ora può dire che il ponte era un malato di cui non si conosceva la malattia, era malato da tanti anni, si sapeva che era malato, doveva esserci un criterio prudenziale per chiuderlo e fare si che non accadesse quello che è accaduto, e questo non ci sta, e quindi noi su questa cosa andremo dritti dritti perchè non possiamo che questo processo vada storto.
E' stato anche l'anno in cui Autostrade per l'Italia è uscita dal processo...
"Sì, certo, l'uscita come penale, e come responsabile civile, ovviamente per noi è stato negativo, ma il patteggiamento è un diritto degli imputati e questo ha agevolato la cessione, un cambio molto attenzionato da noi con diversi esposti alla procura di Roma che mettono sotto scacco questa cessione perchè ci sono delle cose non chiare e noi come parenti vogliamo chiarezza, speriamo che la procura di Roma possa fare un bel lavoro perchè questa non ci è andata giù e credo che non sia andata giù a molti italiani che hanno vissuto questa tragedia".
L'andamento del processo, dopo un anno in più, vi lascia essere più o meno ottimisti?
"Cauto ottimismo perchè il processo sta andando avanti, ma sappiamo bene contro chi stiamo lottando, e quindi sino all'ultimo giorno non saremo tranquilli, fino all'ultimo giorno" conclude scandendo bene le parole come a ribadire il concetto Egle Possetti.
IL COMMENTO
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