GENOVA - Sistemi informatici forzati, falsi attestati di residenza, convivenze non dichiarate. Le tentano tutte i cosiddetti 'furbetti del reddito di cittadinanza', per poter avere accesso al contributo statale per le persone senza lavoro. I carabinieri del Comando Provinciale di Genova hanno intensificaato le indagini e hanno denunciato tre persone per aver tentato di truffare lo Stato.
Il primo caso riguarda un uomo di 55 anni, con pregiudizi di polizia, che ha richiesto il reddito di cittadinanza senza dichiarare di essere stato sottoposto agli arresti domiciliari per reati legati alla droga. Sembra che l'uomo sia stato aiutato da un operatore del CAF, deferito, che avrebbe forzato il sistema al fine di avviare l'iter per la riscossione del reddito, nonostante fosse a conoscenza dello stato di arresto del richiedente.
Le altre due denunce invece sono entrambe dovute false dichiarazioni di domicilio: la prima è quella di una donna di 35 anni, straniera, che ha dichiarato di essere residente in Italia da almeno 10 anni di cui due consecutivi; la seconda è arrivata ai danni di un uomo di 60 anni, che a maggio ha dichiarato di non convivere più con la compagna per ottenere l'accesso al reddito, fatto smentito dalle indagini.
IL COMMENTO
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