Cronaca

Sono 59 gli imputati per la tragedia del 14 agosto 2018: si parte con le richieste delle parti civili, poi stop sino a settembre, quando inizierà il dibattimento
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GENOVA -Ore 9 di giovedì 7 luglio: una data che rimarrà nella storia non solo giudiziaria di Genova e forse dell'Italia. E' la data dell'inizio di uno dei processi più importanti dell'era  moderna della nostra città: l'avvio del processo ai 59 imputati rinviati a giudizio per il crollo di Ponte Morandi del 14 agosto del 2018 costato la vita a 43 innocenti, ragazzi, bambini, anziani, lavoratori, famiglie che andavano al mare.

Alla sbarra ci sono i dirigenti di Autostrade per l'Italia, primi fra tutti Giovanni Castellucci, l'ex amministratore delegato di Aspi che sino all'ora sembrava un intoccabile, i suoi due vice Michele Donferri Mitelli e Paolo Berti, e i vertici di Spea, la società di ingegneria che avrebbe dovuto controllare e invece non controllava Autostrade, sul banco degli imputati anche funzionari del ministero delle opere pubbliche disattenti.



Tutti sapevano che quel ponte ideato dall'ingegner Morandi era malato e andava curato: ma nessuno lo ha fatto.

Il processo di terrà nella tensostruttura installata nell'atrio del tribunale dove si sono svolti gli incidenti probatori e le udienze preliminari in cui il gup Paola Faggioni ha accolto le richieste dei pm titolari dell'accusa, Massimo Terrile e  Walter Cotugno, e ha rinviato tutti i 59 indagati a giudizio.

Siccome il processo è un atto pubblico e ogni cittadino potrebbe in linea teorica poter assistere alle udienze, il tribunale ha lavorato in modo alacre per trovare altri spazi. La tensostruttura dove ci saranno i tre giudici, gli avvocati della difesa ed eventuali imputati, sarà collegata in video con altre tre aule, l'aula magna e l'aula Borrè del tribunale e l'aula magna dell'appendice di palazzo di giustizia di via del Seminario, nei pressi della biblioteca Berio.
Il collegamento on line sarà gestito direttamente dal ministero della giustizia con sofisticati sistemi di sicurezza anti hacker.

Imponente il numero di giornalisti che hanno chiesto di poter assistere al processo, con richieste di cronisti ed emittenti di ogni parte del mondo.

Il presidente del collegio dei giudici Paolo Lepri ha però già fatto sapere che, come per il processo per il crollo di Torre Piloti, dove era giudice monocratico, anche per il Morandi consentirà la possibilità di registrare delle immagini nelle aule solo prima dell'inizio del processo, poi stop, via i giornalisti con macchine fotografiche e telecamere.

Una decisione che non ha soddisfatto l'Associazione ligure dei giornalisti, l'Ordine dei giornalisti della Liguria e il Gruppo Cronisti Liguri che proprio nel giorno della prima udienza del processo hanno fissato una manifestazione contro la decisione del giudice Lepri e l'impossibilità di raccontare con immagini e video un processo storico per Genova e per l'Italia.

La protesta sarà presentata in una conferenza stampa promossa dall'Associazione e dall'Ordine dei giornalisti della Liguria oggi, lunedì 4 luglio, alle 12, nella sede di via Fieschi 3/26, a Genova.




La prima udienza del processo di Ponte Morandi di giovedì sarà l'ultima chiamata per la deposizione delle parti civili che intendono chiedere risarcimenti per i danni riportati dal crollo: oltre ai 330 soggetti che sono già stati accettati in sede di udienza preliminare dovrebbero chiedere risarcimenti minimo altri 200 fra cittadini e aziende che non sostengono di avere subito danni indiretti dal crollo e la successiva paralisi della viabilità della Valpolcevera. Perlopiù fanno parte del Comitato Zona Arancione e Ai confini della zona rossa e Assoutenti.

Dopo l'udienza di giovedì i giudici sospenderanno il procedimento sino a settembre: mese in cui il processo inizierà a correre con tre udienze ogni settimana. Con l'obiettivo di evitare che alcuni reati possano cadere in prescrizione. Fra i testi convocati dall'accusa anche Giovanni Tomasi, attuale amministratore delegato di Aspi: come a dire il nuovo corso che accusa il vecchio corso di Autostrade che nel frattempo ha cambiato vesti ed è tornata di proprietà dello stato attraverso Cassa Depositi e prestiti.


La sentenza del processo, come ha previsto il presidente del Tribunale di Genova Enrico Ravera, non arriverà prima di due anni, probabilmente nel 2024.

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