
Se ne è andato nel sonno, nella sua casa di Roma, a 80 anni Marco Benedetto, una delle più grandi figure dell'editoria italiana negli ultimi decenni. Era genovese di Castelletto, come amava ricordare sempre, legatissimo alla città dove aveva cominciato la sua brillantissima carriera, prima di giornalista poi di grande manager . Studente ammiratissimo per le sue genialità al liceo Cristoforo Colombo, durante l'Università aveva cominciato a fare il giornalista a “Il Corriere del Pomeriggio “ e poi al “Cittadino”, allora il quotidiano cattolico, Il passaggio alla redazione genovese dell'Ansa e poi nell'ufficio londinese dell'agenzia lo aveva lanciato.
Giovanni Giovannini, storico leader dell'editoria per la Fiat lo aveva portato a Torino, affidandogli poi il ruolo di capoufficio stampa della stessa Fiat non ancora trentenne, da qui Marco Benedetto aveva veramente spiccato il volo, diventando uno degli uomini di fiducia di Gianni Agnelli, di cui era il portavoce. Poi l'incarico di amministratore delegato dell' editrice de “La Stampa”, dove aveva lasciato un segno forte sopratutto nella sua modernizzazione.
Il salto nel gruppo dell'Espresso lo aveva poi portato a diventare tra gli anni Ottanta e Novanta una figura fondamentale non solo per quella testata, ma per l'intero gruppo, dove “Repubblica” stava diventando una vero colosso del giornalismo.
A fianco di giganti come Eugenio Scalfari, Piero Ottone, Mario Lenzi e sopratutto il principe Carlo Caracciolo, grandissimo editore puro, di cui divenne il più stretto collaboratore, Benedetto ha costruito una vera galassia editoriale, fatta non solo di Repubblica e dell'Espresso, ma anche da una quindicina di testate locali, in tutto il paese , delle radio come Dejeee , Capital e di una tv.
In quegli anni il gruppo ha avuto una accelerazione fortissima e un ammodernamento, studiato da Benedetto, che ha lanciato il giornale tutto a colori, il numero del lunedì di Repubblica e rinforzato i settimanali e promosso decine di supplementi,
Era un uomo deciso, spesso brusco, ma generosissimo, a capo di una vera squadra di grandi professionisti, un vero punto di riferimento per tutta l'editoria italiana.
Il suo legame con Genova è stato profondo, nostalgico e sempre coltivato con tante amicizie e con una assiduità che non è mai venuta meno, Non solo: quell'amore genovese era stato uno dei motivi che lo condusse nel 1986 a far entrare il Gruppo Espresso nell'azionariato de “Il Lavoro” la gloriosa testata ex socialista che faceva fatica a navigare malgrado i suoi giornalisti e i suoi tipografi,
Poi arrivò l'acquisizione completa della testata e nel 1992, con un'operazione arditissima, la trasformazione de il “Lavoro” nell'edizione regionale di Repubblica.
Un successo che da una parte salvò il giornale e decine di posti di lavoro e portò a “Repubblica” non solo quella tradizione, ma le copie che erano ancora legate a un giornale profondamente genovese, dal passato eroico, dalla direzione ventennale di un personaggio come Sandro Pertini.
La conclusione dell'impegno di Benedetto nel gruppo si è conclusa nel 2008 e da allora il suo ruolo è tornato, insieme a quello di editore, a essere di direttore giornalista con la fondazione di Blitzquotidiano un giorrnale on line, che continua da allora a informare sotto la sua guida, appunto duplice di editore, poi di direttore ed anche di giornalista.
La traccia genovese di Marco Benedetto non si è mai persa per le grandi amicizie che ha mantenuto in città, l'attaccamento al suo quartiere di origine Castelletto, la memoria coltivata anche con lo studio della storia delle sue radici, i suoi ritorni sempre colmi di ricordi, di visite.
Quella invece nel mondo editoriale coincide con il periodo di maggiore espansione di Repubblica, dei giornali locali, dell'Agenzia Agl che li teneva uniti, dal Nord d'Italia alla Sardegna, al Centro.
E' stato un vero grande manager-giornalista, dalle capacità decisionali forti, dalle intuizioni veramente creative. E appare quasi simbolica la coincidenza della sua improvvisa morte con la crisi di Repubblica e della Stampa, i “suoi” giornali”, la loro messa in vendita da Gedi. gli scioperi proprio nel giorno in cui Marco Benedetto ha concluso il suo percorso terreno.
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