
L'imprenditore genovese Francesco Fracchiolla si difende dall'accusa di corruzione e spiega che i soldi dati allo studio odontoiatrico della moglie dell'ex assessore comunale di Fratelli d'Italia Sergio Gambino erano giustificati dal fatto che i migranti dei centri di accoglienza gestiti dalla sua cooperativa venivano inviati alla Dentaland per farsi curare i denti.
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Non solo: uno dei medici che prestava servizio nelle strutture per migranti gestite dalla Misecoop aveva lo studio proprio all'interno di Dentaland. La linea di difesa dell'imprenditore emerge dal ricorso al Riesame depositato nei giorni scorsi dall'avvocato di Fracchiolla, Andrea Ciurlo, contro il sequestro dei telefoni e altri dispositivi informatici alla ricerca di elementi di prova della corruzione ipotizzata dall'accusa.
Le accuse
Secondo la pm Arianna Ciavattini e il procuratore aggiunto Federico Manotti, che coordinano le indagini della squadra mobile, Fracchiolla avrebbe versato 7.500 euro allo studio dentistico della moglie di Gambino e gli avrebbe fatto altri favori come il pagargli le rate dell'auto in leasing, in cambio di agevolazioni alla sua attività con Misecoop e con le pubbliche assistenze della confraternita Misericordia.
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Anche l'imprenditore Luciano Alessi, difeso dall'avvocato Paolo Costa, ha presentato ricorso al Riesame, una strategia utilizzata dai difensori per avere una almeno parziale discovery degli atti e quindi un maggiore dettaglio delle accuse mosse dalla Procura. Oltre a Fracchiolla e Alessi, sono accusati di aver corrotto l'ex assessore alla protezione civile e alla polizia locale (difeso da Rachele De Stefanis) anche gli imprenditori Enrico Malagamba, Artan Taipi e Artur Marashi.
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