
Le feste dell’Unità (lo storico quotidiano del Pci) hanno segnato la politica per molti anni. Celebrate a settembre sono state utilizzate dal primo partito della sinistra italiana per dettare nuove linee politiche, per sollecitare impegnativi cambiamenti (Togliatti da queste sollecitò l’impegno dei cattolici possibilmente fuori dalla Dc), per chiedere riforme e, soprattutto, per promuovere le campagne elettorali e lanciare i nuovi leaders.
Già, le Feste dell’Unità.
Ogni tanto vado a rileggermi e riguardare il bel libro che scrisse anni fa Silvio Ferrari con le immagini del grande Giorgio Bergami edito da De Ferrari. Si intitola “Feste di popolo” e racconta che cosa furono, dal 1955 quando c’era alla guida del Pci proprio il genovese Togliatti), a quella nazionale con Berlinguer nel settembre del 1978, che parlò pochi mesi dopo l’uccisione di Aldo Moro da parte delle Brigate rosse, in avanti fino al fatidico 1989 l’anno della liquidazione del nome da parte Pci di Achille Occhetto. Il popolo ascoltava e si faceva sentire senza timori reverenziali. Poi arrivavano i leader nazionali. Dalla Iotti a Tortorella, da Berlinguer a Natta, da Occhetto a Bersani, da Violante a Macaluso, da Vendola a Veltroni.
Oggi le feste come quelle genovesi sono itineranti. Ci sono state in Valle Scrivia, è da poco terminata a Rossiglione e partiranno il 27 agosto con Stefano Bonaccini per andare avanti da Sant’Eusebio a Sant’Olcese, da Camogli e a Pegli, da Castelletto a Quinto fino alla mitica Fratellanza di Pontedecimo e a Sampierdarena.
Quest’anno sono particolarmente importanti perché a Genova, dopo tanti anni magri la sinistra col un Pd primo partito in assoluto governa Palazzo Tursi. E fin qui tutto potrebbe essere anche normale. Ma a fare il sindaco c’è una sindaca, spuntata fuori dal nulla come un vero miracolo laico per la sinistra agonizzante, almeno dal punto di vista dei possibili candidati. E Silvia Salis sta giorno dopo giorno, prendendo “possesso” della politica, dimostrando una particolare predisposizione soprattutto nelle relazioni con la gente. Dunque la sua presenza a queste feste veramente popolari diventa un’ interessante occasione. Lei dovrà ascoltare il popolo del Pd che, e è il lato molto positivo delle feste itineranti, potrà direttamente raccontarle le sue faccende di casa, cioè di quartiere.
Visto che tra le prerogative di questa giunta comunale c’è un forte ritorno ai quartieri che oggi si chiamano municipi. Ridando a questi importanza nelle scelte, da questi incontri usciranno sicuramente valutazioni “in diretta” su molte questioni. Dalla Val Bisagno, per esempio, la valutazione sul sistema di trasporto pubblico che da anni è un rebus irrisolto, dal Ponente le scelte su progetti di reindustrializzazione e, quindi, su rischi ambientali già abbondantemente vissuti nel passato, dal centro storico i temi della sicurezza e dell’igiene, dal centro per eccellenza questa strana desertificazione che rischia di compromettere il ruolo di vie e piazze commercialmente significative. Insomma le feste dell’Unità per il Pd diventano una specie di lungo ascolto da mettere in pratica con intelligente decisione.
Ma anche un palcoscenico per individuare (operazione che dovrebbe fare più spesso) volti nuovi. Che ci sono eccome! Sì, è una mia fissazione ma il Pd ha giovani e bravi amministratori, a partire da alcuni sindaci e sindache pronti per andare avanti e sostituire altri che , magari, potrebbero aspirare alla pensione e a un tranquillo ruolo di “saggi”. Ha anche, il partito, una vivace nidiata di dirigenti, segretari e segretarie di circolo che sono riusciti con molta fatica e sacrificio a tenere in piedi un pubblico di fedelissimi nel recente passato poco considerato.
Arriverà anche Elly Schlein e sarà curioso vedere questa coppia di nuove forze (Elly e Silvia) affiancate, nella città della vera riscossa del Pd e , evocate spesso come future “conduttrici”. Fare il sindaco, è sempre stato così, è una scuola politica straordinaria.
In piena campagna elettorale per strategiche regionali e comunali, dunque, la feste genovesi diventano interessanti anche per possibili risvolti più di politica interna. Di nuova definizione del partito.
Sia chiaro: non dimenticando che le vere, intramontabili star sono state, sono e saranno sempre le impareggiabili “focaccette dei compagni e delle compagne” di Crevari!
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IL COMMENTO
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