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GENOVA-A Vladimir Vladimirovic Putin è bastata una notte per cancellare virologi e no vax. Per farli scomparire dai teleschermi, dai talk show, dai collegamenti a ogni ora del giorno e della notte a confrontarsi con colleghi amici e nemici, giornalisti che magari si erano specializzati nel Festival di Sanremo. Una notte gelida, per cancellarli dalle pagine dei quotidiani. I carri armati che col loro incedere lugubre entravano nelle terre ucraine hanno oscurato oltre che Kiev i no vax, i no green pass, i filosofi della “terra è piatta come una farinata”. Anche le vaccinazioni. Tutti sostituiti da strateghi, generali in pensione ripescati dalle bocciofile nazionali, docenti di misteriosi istituti di politica internazionale.


Vladimir Vladimirovic non ha avuto pietà nemmeno per lui. L’emaciato volto sofferente del ministro Speranza è stato annientato. Al suo posto quello del ministro Guerini che nessuno prima d’ora conosceva e quello più famigliare del giovane Di Maio, svolazzante come una farfalla. E su tutti lui, Drake, forse più a suo agio a dire pochissime parole sulle conseguenze devastanti delle sanzioni antirusse, che sulle varianti che potrebbero ripresentarsi quando meno te le aspetti. Non come le bombe di Vladimir Vladimirovic che gli esperti della settimana ritenevano assolutamente improbabili e che, invece, si sono presentate fragorosamente sulle case della povera gente che abita quei luoghi eternamente sfortunati e schiavizzati, da russi e anti-russi.


Vespa avrebbe volentieri voluto indossare una divisa mimetica sfoderando come scenografia del suo programma per insonni (vista l’ora di trasmissione), le sue storiche cartine per indicare truppe, lampi di fuochi, navi nel mar d’Azov imbracciando non una stecca da biliardo ma un elegante kalashnikov.
E Lilly Gruber ha punzecchiato la sua compagnia di giro sostituendo Omicron al Napalm (o chissà che altra follia). Unico a non modificare il suo ruolo di Fuoriposto di Stato, Salvini, l’amicone di Vladimir Vladimirovic, forse tutti e due frequentatori del Papeete. Meno Spritz e più Vodka per tutti.
Se ci fosse ancora il grande Giorgio Bocca direbbe: “E’ la stampa, bellezza!”


Chi resiste è Mentana. Le sue maratone avanzano a qualsiasi ora inesorabili. In fondo non c’è nemmeno bisogno di cambiare graduato: è sufficiente che il generale Figliuolo sostituisca gli hub con le trincee. Ahimé, gli ospedali serviranno lo stesso: basterà riconvertirli alla guerra vera. Quella che uccide senza rispetto, non soltanto i poveri fragili che non cambiano mai, loro, ma anche i bambini.
In ogni caso io mi tengo il professor Bassetti. E magari anche la professoressa Viola. Li preferiscono abbondantemente agli invasori veri. E alle vere guerre.

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