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Dicono che sia un duro. Dicono anche che a volte urli un po’ troppo e che si lasci andare. Ma Marco Bucci è anche un uomo capace di commuoversi nel vedere i risultati ottenuti, a volte, anche con i suoi modi bruschi. E allora eccolo felice e orgoglioso a Roma al cospetto di due ministri e dei vertici dello sport nazionale. 

Non si diventa Capitale europea dello Sport a caso dietro c’è un lavoro di anni da parte dell’amministrazione comunale capace di rinnovare impianti e di avere una visione. Lo osserviamo attentamente mentre ascolta le parole del presidente del Coni Malagò che si dice felice anche per la rinascita del Palasport. Bucci annuisce, accenna un sorriso e nasconde alla grande la stanchezza per un’alzataccia nel cuore della notte per essere a Roma in mattinata. Nessun albergo, nessuna cena regale e neppure un volo aereo. Prima delle  5 era già in macchina in direzione della Capitale. Perché lui è fatto così.

Genova è diventata capitale dello sport ma ieri a Roma c’era un po’ come la sensazione che si sia un pò ripresa quella nomea di Superba che si porta dietro da tanti anni. C’erano due ministri, c’erano il Coni e i vertici delle Federazioni insieme a tutta la stampa nazionale. Tutti a ripetere quanto sia bella e unica la nostra città ma anche a ribadire quanto sia cresciuta e cresca ancora. Certo molte sono ancora le cose da migliorare, tanti i difetti da limare e certe scelte dell'amministrazione in città stanno facendo discutere come è normale che sia. Ma meglio avere da discutere che subire il nulla.

“Dopo Milano ora c’è Genova tra le città che crescono di più - conferma con un po’ di orgoglio il vice ministro alle Infrastrutture Edoardo Rixi - i tantissimi cantieri che ci sono dimostrano che si sta facendo molto e che presto avremo una Genova ancora più bella moderna e funzionale. Chi viene da noi e vede i lavori in corso capisce che si trova in una città che guarda al futuro”.

Già quel futuro che ha ben in testa Marco Bucci che in una delle sue prime interviste da candidato sindaco disse: “Sono famoso per essere duro, ma anche per essere tenerissimo. E tutte le volte che vedo un film che va a finire bene mi vengono le lacrime agli occhi”.

Ed è ecco spiegato il motivo per cui ieri a Roma era visibilmente emozionato: il film di Genova capitale dello sport è finito bene. “Ma abbiamo ancora tante cose da fare” ribadisce. Magari urlando, ma le farà. E poi si emozionerà. Perché lui è fatto così.