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Angustiato da vaste idiozie, da visioni di deputati Pistola, da spasmodiche attese per conferenze stampa di fine anno, rituali come i botti, mai attese con questi sentimenti ansiogeni dai giornalisti, da visioni di fantasmi con le sembianze oscillanti tra Bolkestein e Frankenstein, finalmente ho dormito con tre rasserenanti notizie.

La prima è la scuola di Greco antico inventata da alcuni professori del liceo classico Colombo. Idea stupenda! S’ intitola “Non è mai troppo…Greco!” con un punto esclamativo finale che ci sta a perfezione. E un sottotitolo: corso di lingua e cultura greca antica per adulti curiosi. Quindi scuola aperta anche ai non giovanissimi, magnifica terapia contro tentativi del dottor Alois Alzheimer di occuparsi di noi di terza età. Ogni mercoledì, un’ora e mezza, dall’ora del the a quella dello spritz. Con un’ azzeccata motivazione: Per chi non ha mai studiato il greco antico o per chi, dopo tanto tempo, desidera riscoprirlo.

Mi dicono che sarebbe già sold-out come i prossimi concerti di Renato Zero. Gran bella notizia nel Paese dove un politico in alto piazzamento ha riferito a gran voce in un memorabile comizio siciliano la storica frase di Martin Luther King pronunciata nell’agosto 1963 (I have a dream) con una sua personale variazione: I have a drink…. E un ministro ha votato un premio di libri senza averne letto uno. Ma questa è un’ usanza non rara anche, senza ministri al seguito.

Capite perché le lezioni di Greco antico del mio caro liceo Colombo mi appaiono oggi come un buon segno per il 2024?
Un “ripassone” per chi lo ha studiato alcune decine di anni fa (nel mio caso) con la straordinaria fortuna di avere come docente il mitico professor Vincenzo Longo, massimo traduttore di Luciano di Samosata, famosissimo scrittore e filosofo arguto e spesso irriverente quando ridicolizzava le manie di allora (120-192 d.C.), chi credeva nel paranormale e chi era particolarmente superstizioso. Di attualità con la pandemia no? A Longo hanno intitolato una scalinata che da via Banderali scende verso il D’Oria dove il prof. aveva insegnato negli ultimi anni della carriera. Ottima scelta.

Il greco antico è certamente grammatica, ma è soprattutto profonda cultura classica, stappa cervelli, riaccendi meningi, scuoticellulebrasate.
La didattica, spiega la presentazione di “Non è mai troppo… Greco!,” “sarà prevalentemente laboratoriale, svolta in classe e su dispense. Le lezioni saranno tenute da tre docenti del liceo che si alterneranno durante lo svolgimento del corso.” E sottolineano: “un momento di apprendimento in compagnia, in un clima disteso”. Candidiamo questi insegnanti a un premio! Grazie.

La seconda buona notizia del nuovo anno è la riapertura della Marinella sulla passeggiata a mare di Nervi, a opera di un vero imprenditore, Igor Mendelevic, che da quanto racconta lo stesso, deve aver superato immani difficoltà soprattutto burocratiche.
L’edificio è uno degli esempi più poetici di architettura razionalista. Fu disegnata dal milanese Giacomo Carlo Nicoli nel 1934, come una nave, con prua e poppa e finestre “a nastro per seguire le curvature e con oblò “ tutti affacciati sul mare. Un panorama bellissimo della costa e oggi con la possibilità di pranzare e presto anche di dormire. Leggo che Dacia Maraini nelle “Memorie di una ladra” scriveva che era “Un locale dove si ballava, bello, con tutte conchiglie, reti appese, luci verdoline, sembrava di stare in fondo al mare”.

Dal mare al monte, saliamo! Ultimo buon augurio per il 2024 un festival di letteratura giallonera che terrà occupata la Val Polcevera. Val Polcevera noir e dintorni. Con una spiegazione: una valle in transito. Da lunedì in avanti fino alla primavera, con autori genovesi che o sono nati proprio nella vallata o hanno scritto della vallata. Gli incontri si svolgeranno nei locali dell’Associazione Nonsolomorego, alla storica Fratellanza di Pontedecimo, nel Municipio, alla biblioteca Cervetto, all’Ipercoop l’Aquilone e in altre sedi di vallata. Questa valle è un luogo indubbiamente denso di occasioni di storia e storie, personaggi , arte e industria, lavoro e rivolte, ma anche misteri veri o presunti, reali o fantasiosi. Il tutto diretto dall’esperienza di un romanziere come Bruno Morchio, quindi un marchio di qualità.
Così posso tornare a sperare anche nel 2024….dimenticando il Pistola di turno.