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Le grandi infrastrutture viarie. Poi gli inceneritori, altrimenti detti termovalorizzatori. Adesso le navi per la rigassificazione. Tutte queste cose, e si potrebbe continuare, in Italia hanno un comune denominatore: il cittadino non riesce mai a sapere se tecnicamente, ripeto tec-ni-ca-men-te, questi impianti sono dannosi per la salute e/o dannosi per l’ambiente. Si sa soltanto che se li propone il centrodestra, il centrosinistra insorge e se li propone il centrosinistra insorge il centrodestra. Ogni progetto, insomma, viene buttato in politica.

Così accade pure nel caso di Vado e della nave rigassificatrice che Snam vorrebbe sistemarvi (con tanto di impianto a terra): vota contro non soltanto l’opposizione al governatore ligure Giovanni Toti, che invece è favorevole. Macché: nel Comune interessato si schiera per il no pure il centrodestra, che dovrebbe stare con il presidente della Regione. Ma si sa, quando c’è di mezzo il territorio – cioè il consenso che ognuno prova a strappare e a mantenere – non esiste parentela politica che tenga.

Già. Osservo, tuttavia, che se andasse sempre in questo modo e a tutte le latitudini italiane, il nostro Paese sarebbe ancora all’età della pietra. Ostaggio del famoso partito del “no”. Non lo dico perché sono favorevole alla nave rigassificatrice. In realtà non mi sono fatto un’idea. Non me la sono potuta fare: nessuno è riuscito a convincermi dei contro. I pro sono intuitivi, in questo periodo di prezzi energetici alle stelle. E badate che ciò lo affermo a ragion veduta.

Un europarlamentare del Pd, Brando Benifei, interroga la Commissione Ue sul rispetto delle regole comunitarie, facendo esplicito riferimento ai danni che la nave provocherebbe all’ambiente e soprattutto alla vicina zona protetta di Bergeggi. Cavolo, allora è conclamato che l’impianto è nocivo. Dunque: no, niente rigassificatore a Vado!

Poi, però, leggo che un autorevole esponente della Lega, il capogruppo regionale ed ex assessore Stefano Mai, chiede un miliardo di opere compensative, agevolazioni sulle bollette per famiglie e imprese residenti nella zona interessata e una modifica del progetto secondo la disponibilità già offerta dalla Snam. Non credo che Mai sia un pazzo, quindi la nave e l’impianto non sono dannosi e dunque si possono collocare anche a Vado!

Idee che non sono lontane, sono proprio opposte. E noi cittadini ci troviamo nel mezzo, condannati a non capirci assolutamente niente. Ovviamente non so come tutta questa storia andrà a finire, ma sono pervaso da due dubbi.

Il primo: la famosa sindrome “nimby” (not in my back yard, non nel mio cortile) non è che ha preso piede perché la politica non sa dare risposte vere e dunque le persone non si fidano e non fidandosi preferiscono innalzare delle barriere? In questa logica, anche il partito del “no” avrebbe una sua ragion d’essere.

Il secondo dubbio: se così stanno le cose, non è che gli elettori ritengono del tutto inutile andare alle urne, con il risultato che si ingrossano sempre di più le fila degli astensionisti? Magari sarò io a pensar male, però…