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Effettivamente qualcosa si muove nel Pd, nazionale, ma anche in quello locale. Accade per l’appeal di Elly Schlein. Che funziona e sta dando i primi risultati, in attesa che, come la consiglia il saggio Luigino Zanda in un documentato articolo sul “Decimonono” di qualche giorno fa, abbia la volontà di “ricostruire il partito”. Cioè le strutture del partito, perché così si allontanerebbe l’incubo della trasformazione del Pd in un movimento.

La Schlein appare in Liguria, ha indubbiamente una carica di umanità, unita, e questo nessuno può contestarglielo, a una solida cultura non soltanto politica, cioè sa parlare bene in italiano, e in inglese non confonde “I have a dream” con “I have a drink” (Totò Cuffaro dixit), conosce la storia della sinistra, e forse ha capito che le battaglie della sinistra sono la sanità per tutti e non quella saltacode per chi ha il portafoglio pieno, un salario decente, la lotta spasmodica al precariato, la salvaguardia più elementare della sicurezza sul lavoro, la dignità di offrire ai giovani italiani sbocchi di lavoro pagati giusto, prima che i neolaureati scappino dove sono ricercati e trattati come si deve. Cose concrete, invece che perdere tempo con richieste di dimissioni di oppositori di governo che, alla fine, diventano fuffa quando al Parlamento la maggioranza ha i numeri per fare più o meno quello che vuole. Salvo uscite verbali da avanspettacolo.

Elly appare in Liguria per benedire laicamente il ritorno a casa di un politico macina-preferenze, Luca Pastorino, sindaco di Bogliasco, che lasciò il partito quando nel 2015 questi candidò in Regione Raffaella Paita, si candidò lui stesso con i ”ribelli anti-Burlando” di Cofferati e fu sconfitto, dando inizio così alla stagione di Toti presidente. Lo stesso anno, ricorda con una buona dose di peperoncino “Il Riformista” di Renzi, in cui anche la Schlein se ne andò appena eletta europarlamentare sempre con il Matteo segretario.

Ma la “benedizione” della segretaria Pd oggi ha una lettura anche pensando alla difficile ricerca del prossimo personaggio da candidare contro Toti o chi per lui. E Pastorino va bene a parecchi, soprattutto perché è un sindaco, sa stare con la gente e sa parlare facile con il popolo anche di problemi banali ma importanti. Così come Armando Sanna. I sindaci oggi sono l’ultima chance c’è poco da fare e lo si è visto in diverse occasioni, per sfidare in assenza di scuole e forti esperienze professionali. E se poi la scelta dovesse cadere su una donna, la Liguria sarebbe messa abbastanza bene con figure come la giovane Katia Piccardo prima cittadina di Rossiglione, ma anche Fabrizia Pecunia sindaco di Riomaggiore o la collaudata “leader” di Sestri Levante, Valentina Ghio.

Dopo mesi di silenzio finalmente girano dei nomi (senza che qualcuno si scandalizzi) e anche se qualcuno si brucerà, magari con il fuoco soffiato da qualche “compagno”, il fatto che girino è indice di un dibattito, magari sottotraccia, ma significa che dell’argomento che sembrava un tabù nella dirigenza del Pd ligure e genovese, invece sta accendendosi tra la gente, il popolo, i compagni delusi. Spuntano anche i nomi “assolutamente indipendenti” come quello autorevole del magistrato Francesco Cozzi, ex procuratore capo di Genova e oggi difensore civico della Liguria. Ma non esageriamo con la fantasia.

Quindi bisogna tenere d’occhio le feste dell’Unità, che con la formula itinerante stanno vivacizzando riviere e entroterra, chi va e chi viene, chi abbraccia e chi evita, nel giochetto curioso della politica che, spesso, riserva sorprese.
In ogni caso la stagione dei ritorni a casa sta dando risultati e dopo quello clamoroso e molto “auspicato” di Pierluigi Bersani diventa un sintomo di vitalità.