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Due gol nel giro di pochi giorni a favore di Andrea Radrizzani e Matteo Manfredi. E soprattutto a favore della nuova Sampdoria. Prima i mancati punti di penalizzazione da parte della Procura Federale per gli stipendi dei calciatori pagari oltre il 30 maggio (i soldi erano già sul conto della Lega, proprio quello fu il giorno del faticoso accordo con Ferrero e non ci furono i tempi tecnici per il pagamento), poi il ricorso dello stesso Viperetta rigettato dal Tribunale delle Imprese. Una sentenza che dà il via libera a nuovi aumenti di capitale da parte dei due neo azionisti di maggioranza ma che soprattutto legittima - in attesa di ulteriori passi legali di Ferrero - la regolarità del passaggio di proprietà definito a dir poco in extremis prima il 30 maggio e poi il 16 giugno, in due delicatissime assemblee degli azionisti, quando la Sampdoria sembrava ormai sull'orlo del precipizio e destinata al fallimento. Intendiamoci, la strada resta in salita e nessuno lo nega. Il club di corte Lambruschini resta in una sorta di amministrazione controllata e ad oggi - come si nota anche da un calcio mercato che non sta certo vivendo di fuochi d'artificio - la Sampdoria è chiamata ancora a muoversi in modo prudente. E però si inizia a intravedere la luce in fondo al tunnel. Sono arrivati nel giro di pochi giorni due segnali forti che danno credibilità alla nuova proprietà.

La sentenza del giudice Gibelli è stata chiara: quell'aumento di capitale da 6 milioni deciso il 16 giugno - grazie al via libera di Massimo Ienca, oggi ex amministratore della Sport Spettacolo Holding - si è rivelato determinante per evitare il crac della Sampdoria. E anche il palazzo del calcio, che pure sin qui non è stato mai troppo tenero coi blucerchiati (basti pensare alla famosa storia del trust su cui il presidente della Figc Gravina ha chiuso entrambi gli occhi) sta iniziando a fiutare le buone intenzioni di Radrizzani e Manfredi: il mancato pagamento degli stipendi era legato alla precedente gestione, quindi non era responsabilità della nuova società che comunque non ha potuto evitare (anche qui per mancanze da parte di chi c'era prima) i due punti di penalizzazione per Inps e Irpef. È questo il nocciolo della questione. Radrizzani e Manfredi sono diventati proprietari della Sampdoria da due mesi e si sono trovati di fronte fin qui a tutta una serie di problematiche lasciate in eredità dal predecessore. E quindi in buona sostanza da Ferrero, che continua a dire che "io da 18 mesi sono fuori da tutto" ma che sino a poco tempo fa era l'azionista di maggioranza e non ha fatto nulla (7 assemblee degli azionisti deserte e nessun aumento di capitale tra dicembre e gennaio, ricordiamo...) per cambiare la rotta di un club che stava rischiando di sparire solo per tutelare i suoi interessi, i famosi concordati di Eleven Finance e Farvem, i suoi debiti extra calcio.

Oggi i due neo proprietari della Sampdoria si sono trovati in poche settimane ad affrontare la giustizia civile (il ricorso di Ferrero), la giustizia sportiva (la penalizzazione per Inps e Irpef) e se vogliamo almeno indirettamente anche la giustizia penale, visto il triplo filone d'inchiesta della Procura di Genova su plusvalenze, fondi Sace e malversazione di somme su società della galassia Ferrero (questo almeno secondo l'accusa) che non coinvolge direttamente Radrizzani e Manfredi ma tira in ballo comunque la precedente gestione della società. Dunque ad oggi la nuova Sampdoria deve ancora affrontare i fantasmi della vecchia Sampdoria. È un dato di fatto, se si pensa anche al 49,3% delle quote ancora in mano a Ferrero (ma la percentuale dovrebbe presto diminuire grazie a nuovi aumenti di capitale, in questi giorni ne arriverà uno da 14 milioni) e - altro fattore fondamentale - se si pensa al piano di ristrutturazione dei debiti ottenuto grazie alla composizione negoziata della crisi (si è passati in pratica da 150 a circa 90 milioni di rosso grazie agli accordi con banche e creditori). E qui nella nuova Sampdoria o meglio nel nuovo cda entra in scena il ruolo del Cro (Chief Restructuring Officer) Raffaele Fiorella, commercialista e manager bocconiano.

Un professionista specifico nell'affrontare situazioni di crisi. Sarà lui l'uomo determinante per accompagnare il piano di ristrutturazione verso l'omologa del tribunale che arriverà in autunno. Un passaggio chiave per il closing che darà definitivamente le chiavi in mano della Sampdoria a Radrizzani e Manfredi. Nel frattempo la salita continua, nessuno vuole raccontare favole. Ma la Sampdoria in questo 2023 si è trovata davvero a un passo dalla fine. Questo non bisognerà mai dimenticarlo, neppure nei momenti (di sicuro ci saranno) in cui la squadra farà fatica, perché il campionato di serie B è un girone calcisticamente infernale. Radrizzani e Manfredi però hanno salvato l'Unione Calcio Sampdoria dal fallimento e meritano almeno per ora la fiducia della piazza. I tifosi (già 14 mila abbonamenti) per ora dimostrano di gradire l'aria nuova. Avanti così. Anche in salita.