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Qualche giorno fa sono stato a Saint Nazaire, cittadina del nord ovest francese appollaiata sulla foce della Loira: è il classico paesino atlantico, conosciuto nel mondo soprattutto per i suoi cantieri navali. Ho appreso, dal signor Bruno, con cui mi sono trattenuto a pranzo, che nell'area c'è una profonda storia di emigrazione genovese: suo nonno lasciò Genova nel 1924 proprio per impiegarsi ai cantieri e ha lasciato al mio interlocutore un cognome italianissimo, Rossetti, e una conoscenza dalla nostra lingua sufficiente per fare quattro chiacchiere in italiano.

Ma non è di questa storia che voglio raccontarvi (lo farò in seguito). Lo stimolo di questo commento arriva da un altro motivo di fama di Saint Nazaire, il suo ponte. Si tratta un'imponente struttura che attraversa l'estuario della Loira: è uno dei ponti sospesi più lunghi d'Europa e un'importante attrazione turistica nella zona. L'opera è stata progettata per collegare Saint-Nazaire con la vicina città di Saint-Brevin-les-Pins, riducendo la distanza di percorrenza tra le due sponde dell'estuario. Inaugurato nel 1975, è stato il primo ponte a collegare permanentemente le due sponde dell'estuario.

Il ponte di Saint-Nazaire è caratterizzato da una struttura a travi sospese, sostenute da enormi piloni di cemento armato situati su entrambe le sponde dell'estuario. La lunghezza totale del ponte è di circa 3,3 chilometri, mentre la lunghezza della campata principale sospesa tra i piloni è di circa 720 metri. Questa campata principale consente alle imbarcazioni di passare al di sotto del ponte senza ostacoli. La struttura del ponte è stata progettata per resistere alle condizioni meteorologiche avverse, compresi i forti venti e le maree dell'Atlantico. È considerato un esempio di ingegneria strutturale e architettonica avanzata. In pratica a Saint Nazaire, quasi 50 anni fa, è stato costruito un parente del ponte sullo Stretto di Messina: l'infrastruttura che secondo gli intendimenti del Governo italiano dovrebbe collegare Sicilia e Calabria sarà infatti lunga 3,6 km, trecento metri in più rispetto a quella francese.

Vi è, a onor del vero, una profonda differenza progettuale: la campata principale di Saint Nazaire è, come detto, lunga 720 metri; il ponte di Messina avrà (potrebbe avere) una sola campata di 3 chilometri. Questo non toglie che anche questa soluzione sia perfettamente praticabile e che, in alternativa, si potrebbe progettare una campata più corta come già avvenuto in passato. 

E se il ponte non vi piace potreste preferire il tunnel: quello sotto la Manica, per esempio, è lungo in totale oltre 50 chilometri. Niente male. 

Ora, io non so se il ponte sullo Stretto di Messina sia veramente utile alla crescita del Paese: non ho le competenze per valutare se i miliardi da destinare alla sua costruzione siano ben spesi, se possano essere meglio impiegati altrove. Ciò che però mi turba è che nel dibattito italiano quel ponte sia considerato, da decenni, una sorta di chimera: un'infrastruttura semi impossibile, una meraviglia per la quale l'uomo non è ancora pronto.

Ecco, questo non è vero. Può darsi che in Italia non siamo all'altezza di costruirlo per colpa di un sistema pieno di falle, per via della corruzione o di altre storture nostrane. Ma nessuno dica che non lo si può costruire. Si dica anche che non serve, questo è possibile, o che ci sono altre priorità. Ma spacciare un ponte per l'ottava meraviglia del mondo è una balla che serve a coprire scomode verità.

P.S.: ho citato il ponte di Saint Nazaire per due motivi. Il primo è che ci sono appena stato, il secondo è che è stato costruito in Francia, un Paese del tutto assimilabile al nostro. Per la cronaca segnalo che l'infrastruttura oggetto di questo commento non compare nella classifica dei dieci ponti più lunghi al mondo. Il più lungo di tutti è il Ponte Danyang-Kunshan che attraversa il fiume Yangtze, in Cina: è conosciuto anche come Ponte Grand Kunshan ed è lungo 164,8 chilometri. Se restringiamo la graduatoria ai ponti a campata unica il numero uno al mondo è in Bangladesh: si chiama Bangabandhu, è stato inaugurato nel 2020 e ha un'unica campata lunga 6,15 chilometri. Lo diciamo spesso: "Non siamo mica in Bangladesh"!