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Tutti contenti. L'ondata dei turisti pasquali invade la Liguria e conferma le ottimistiche previsioni. Centotrentamila all'Acquario nella giornata clou, sold out in molti alberghi delle nostre sempre più attrattive Riviere, molte spiagge già pronte ad accogliere, malgrado le malefiche previsioni meteo. Insomma la Liguria spalanca le porte alla stagione turistica, che tradizionalmente incomincia con Pasqua e oramai, tra ponti e festività intermedie, arriva a comprendere l'estate e oltre, in un processo  avviato di destagionalizzazione, foriero di sviluppi importanti per il lavoro, l'occupazione in tempi così difficili.

Ma la Liguria è in grado di reggere bene questo urto, al di là della sua vocazione, delle sue capacità ricettive, delle giuste aspettative di un settore che ha patito negli ultimi tre anni la pandemia lunga turisticamente almeno due anni, poi le ricadute della guerra, la crisi energetica, l'inflazione, tutte emergenze che picchiano ovviamente anche sul nostro beneamato arcobaleno turistico?

Le autostrade hanno ridotto per quanto possibile, e bontà loro, i cantieri che le hanno trasformate in un calvario inenarrabile, ma sono sempre gimkane intollerabili. E soprattutto si capisce bene che anche quando il calvario finirà, e non si sa quando, esse saranno quelle di prima. Largamente insufficienti, soprattutto di fronte a movimenti turistici che sono in innegabile crescita per tutto il Belpaese e anche per la Liguria. La ferrovia avrà qualche treno in più, ma non riesce a risolvere il problema del trasporto turistico perché i tempi di percorrenza sono sempre quelli, inesorabili di sempre, con servizi a bordo che rispetto a qualche decennio fa sono spesso più adatti a carri bestiame che a viaggi del terzo millennio.

Altro che Frecce Rosse, se per andare a Milano o Torino da Genova, ma anche e di più da Imperia, San Remo, Spezia, Chiavari si impiegano ore e ore. Spesso il tempo di uno dei tanti Milano-Roma quotidiani.

Gli alberghi fanno del loro meglio, ma quante strutture moderne, dotate di tutti i servizi moderni ci sono, beauty farm, posteggi, piscine e altro esistono nella nostra regione? E quale è la qualità del servizio di accoglienza nella terra che era ridicolizzata con gli slogan della torta di riso finita e delle alternative scurrili?

Poi ci sono i servizi pubblici offerti a chi arriva, come i posteggi che sono un problema cronico in molte città e paesi della nostra meravigliosa costa. Nessuno ci pensa, ma spesso questi luoghi incantati diventano irraggiungibili proprio perché non sai dove posteggiare e se ci riesci sei a chilometri di distanza dalla tua spiaggia.

Mentre parte un'altra stagione nulla è cambiato nell'assistenza sanitaria, doverosa ancora di più quando la popolazione in certi casi decuplica addirittura. A Ponente, ma anche a Levante, in piena estate raggiungere un pronto soccorso è un'impresa epica, tra autostrade collassate e strade statali che corrono in mezzo a centri intasati di traffico. Si rischia la pelle.

I Comuni fanno il possibile per trovare soluzioni a questo problema ma se ti senti male ad Alassio a Ferragosto,  quanto tempo ci impiegherai per arrivare al Santa Corona o a Imperia?

La Liguria è invasa, meno male perchè così la ruota gira e i benefici, superati tutti gli ostacoli, arriveranno per un settore chiave. Ma l'invasione ha altri aspetti, che sono non solo il problema emblematico delle Cinque Terre, che sta accendendo un utile dibattito sul possibile numero chiuso per uno degli angoli più ambiti non certo solo della Liguria e dell'Italia. Ci vogliono politiche e strategie di largo raggio che rendano l'invasione un vantaggio e non un moltiplicatore di problemi.