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Olga Crocco, ex dirigente divisione anticrimine questura di Genova, è entrata nel corpo di Polizia nel 1987: "La scuola deve creare persone rette, responsabili, cittadini consapevoli"
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GENOVA-La Liguria, secondo i dati nazionali, è la seconda regione per casi di femminicidio. Centri antiviolenza e associazioni sono spesso il punto di riferimento per chi scappa da relazioni violente: il primo passo, però, rimane la denuncia. E nonostante nell'ultimo anno ci sia stato un'aumento degli esposti per atti di violenza e maltrattamenti nei confronti delle donne nella Città Metropolitana di Genova, molte donne sono ancora spaventate dall'idea di denunciare: da una parte il terrore di ripercussioni da parte del partner violento, dall'altra la paura di essere giudicate o non credute.

Olga Crocco, ex dirigente divisione anticrimine questura di Genova, è entrata nel corpo di Polizia nel 1988 e ha visto i poliziotti evolversi fino a oggi. "Erano altri tempi, completamente", ha raccontato a Primocanale durante la delicata puntata della trasmissione Tiziana & Cirone dedicata al sociale. "Lo ricordo bene quando sono diventata poliziotto. Ricordo che in quel periodo l'intervento per lite in famiglia era un reato minore, a volte la volante neanche veniva mandata. Era una mancanza di tutta la società e anche i poliziotti ne fanno parte. Ora non è più così".

Più sensibilità tra le forze dell'ordine, ma la violenza continua a crescere. Negli ultimi sette anni (i dati sono riferiti al 2021) ci sono state oltre 2100 richieste di aiuto al 1522, il numero gratuito nazionale da chiamare nei casi in cui si sia vittime di violenza o di stalking. In media per la Liguria arriva quasi una chiamata al giorno a questo numero. E le richieste, negli ultimi anni, sono aumentate del 70 per cento e oltre. Colpevole la pandemia, ma non solo (LEGGI QUI).

"Io credo che l'importante sia investire nell'educazione - spiega Crocco -: è fondamentale insegnare ai ragazzi il rispetto nei confronti degli altri, ma non fatto a 'spot' come viene fatto ora, come abbiamo fatto anche noi quando siamo andati a parlare nelle scuole a parlare di rispetto della legalità, non è abbastanza".

"Credo che la scuola debba puntare più che all'istruzione dei ragazzi - conclude -, all'educazione della persona umana. Questo deve rientrare nei programmi scolastici, la scuola deve creare persone rette, responsabili, cittadini consapevoli". 

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