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di Andrea Popolano

Regna ancora l'incertezza per quanto riguarda il futuro dell'ex Ilva. Per questo motivo i sindacati nazionali hanno indetto per la giornata di giovedì 16 ottobre sciopero in tutti i siti produttivi. Sciopero di 24 ore anche nello stabilimento di Genova Cornigliano, coinvolti tutti i tre turni della giornata. Concentramento partito alle 6 del mattino davanti alla portineria di Acciaierie d'Italia. 

"I lavoratori di Genova sono stufi di inutili attese - si leg Rsu Fim, Fiom, Uilm -. Mancano risposte, manca un piano industriale, manca il futuro di tutto i lavoratori". Nel mentre il Governo ha convocato le rappresentanze sindacali per martedì 28 ottobre (ore 18) per un vertice che si terrà a Palazzo Chigi. A finire nel mirino le ipotesi trapelate sulle manifestazioni d'interesse: in tutto una decina, di queste otto per soli singoli rami del gruppo. Tra le offerte più contrastate da lavoratori e sindacati c'è quella presentata da Bedrock Industries "che prevederebbe solo 2000 unità occupate su Taranto e poco più di 1000 negli altri siti". In tutto sono dieci le manifestazioni d'interesse arrivate ai commissari straordinari di Acciaierie d’Italia. Delle dieci proposte solo due avrebbero indicato l'intenzione di acquisre tutto il pacchetto ex Ilva, le altre otto solo alcuni impianti o rami d'azienda.

Christian Venzano, segretario generale Fim Cisl Liguria analizza la situazione: “Le organizzazioni sindacali devono essere protagoniste in questa fase di passaggio e invece il Governo ha pensato di rinnovare unilateralmente la cassa integrazione: una grande mancanza di rispetto alle normali relazioni sindacali. E rispetto alle proposte presentate non accettiamo alcun tipo di spezzatino e vogliamo che i sindacati siano coinvolti in questo processo di scelta: non bastano solo i fondi ma serve anche un soggetto industriale che abbiamo competenze e capacità economiche. È finito il tempo delle parole, adesso servono i fatti e il governo si prenda la responsabilità del rilancio della siderurgia nel nostro paese come settore trainate per l’economia e definisca il piano industriale e si prenda la responsabilità della transizione, per la produzione dell’acciaio green, che tenga insieme l’occupazione e la salute e l’ambiente” conclude Venzano.

Stefano Bonazzi, segretario generale Fiom Cgil Genova: "Non siamo mai stati così vicino al rischio di chiusura dell'acciaio in Italia. Chiediamo che il Governo entri in campo con delle scelte concrete. Abbiamo una produzione che è al minimo storico, davanti a noi c'è un futuro assolutamente incerto. Qui a Genova i lavoratori non sono disponibili a perdere un posto di lavoro e un euro di salario. Questa è una città industriale e non siamo disponibili a tornare indietro. Serve un intervento diretto dello Stato".

 

Forno elettrico a Cornigliano: il dibattito di Primocanale - Clicca qui

Nello stabilimento di Genova si è parlato negli scorsi mesi di realizzare eventualmente un forno elettrico da due milioni di tonnellate di produzione. Ipotesi che ha scatenato le polemiche dei cittadini del quartiere che lo scorso settembre sono scesi in piazza per dire no all'ipotesi. 

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