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Il segretario della Uilpa polizia penitenziaria Pagani: "Serve evidentemente un cambio di rotta. Occorrono adoperare misure stringenti per detenuti violenti, ma alla Spezia nessuna punizione per questi soggetti"
1 minuto e 27 secondi di lettura
di a.p.

“Ormai sono due giorni consecutivi che nel carcere di Villa Andreino a La Spezia, i detenuti non fanno rientro nelle loro rispettive cella tenendo in “scacco” il personale di Polizia penitenziaria" così in una nota Fabio Pagani, segretario della UILPA Polizia Penitenziaria mette in evidenza la situazione all'interno del penitenziario spezzino.

L'ultimo episodio è avvenuto nella serata di sabato quando un detenuto italiano, in evidente stato confusionale (probabilmente ubriaco) non è rientrato in cella. Fino alle 3 di notte è andato avanti un lungo tentativo per cercare di convincerlo ma l'uomo chiedeva gli venissero date tre birre per poter far rientro nella propria cella.

"Non è stata utilizzata la forza che in casi come questi è prevista - spiega Pagani - ma soprattutto si tratta del secondo episodio in due giorni. Venerdì  un detenuto magrebino armato di lamette non ha permesso la distribuzione del vitto nel reparto minacciando chiunque si avvicinasse, voleva essere inserito al lavoro,  anche in questo caso una mediazione estenuante del direttore, senza utilizzo della forza e soprattutto non ci risultano che siano stati presi provvedimenti nei confronti dei due detenuti".

Il carcere della Spezia è stato da poco ristrutturato e ampliato. Ha accolto 70 detenuti in meno di un mese  e ospita oggi 193  carcerato detenuti a fronte di 151 posti disponibili. "Il tutto è gestito da appena 118 agenti, quando ne servirebbero almeno 140 - precisa il segretario della Uilpa polizia penitenziaria -. Serve evidentemente un cambio di rotta. Occorrono adoperare misure stringenti per detenuti violenti, ma alla Spezia nessuna punizione per questi soggetti. Cosa deve ancora accadere affinché il ministro della Giustizia Carlo Nordio e il Governo Meloni ne prendano atto?

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