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Foto: Raise - Asp Mar Ligure Occidentale
1 minuto e 39 secondi di lettura
di Chiara Orru'

Insieme ai camalli e ai container nel porto di Genova ecco spuntare un robot quadrupede. Si chiama Spoke 4 ed è nato dal progetto Rice dell’Università di Genova. Il suo compito? Ispezionare aree potenzialmente pericolose come stive di navi o container sospetti e costruire mappe tridimensionali scegliendo in autonomia i percorsi più sicuri. "Immaginate la stiva di una nave dopo una tempesta o container che potrebbero contenere materiali pericolosi", spiega Antonio Sgorbissa, docente di robotica all’Università di Genova. "Il robot può operare in due modalità: in autonomia, mappando l’ambiente e decidendo dove andare, oppure in teleoperazione immersiva, permettendo all’operatore di vedere e agire attraverso gli occhi del robot".

L'impegno per la sicurezza dei lavoratori di Autorità Portuale

L’esperimento in corso rappresenta un importante esempio di collaborazione tra mondo accademico, istituzioni e operatori privati.
L’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, da sempre impegnata nella tutela della sicurezza dei lavoratori, ha sottoscritto una convenzione con l’Università di Genova per favorire lo sviluppo e la sperimentazione di soluzioni digitali e robotiche in ambito portuale.
La società Ignazio Messina & C. ha accolto con favore l’iniziativa, mettendo a disposizione i propri terminal per le attività di test. L’azienda considera la sicurezza sul lavoro una priorità assoluta e ritiene fondamentale promuovere l’adozione di tecnologie che possano migliorare le condizioni operative quotidiane.

Oltre all’adozione di robot autonomi, Spoke 4 prevede anche interventi orientati all’ottimizzazione della catena logistica, alla riduzione dell’impatto ambientale e all’introduzione di servizi intelligenti nei porti di piccole e medie dimensioni. Le attività proseguiranno nei prossimi mesi con nuove sperimentazioni e ulteriori sviluppi tecnologici.

l progetto vede protagonisti anche giovani ricercatori e dottorandi, come Zoe Betta e Ali Yousefi, impegnati nello sviluppo di soluzioni innovative che migliorano la sicurezza e l’efficienza delle attività portuali.

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