
Si prospetta un'estate difficile nell'entroterra genovese. Dito puntato contro la velocità con la quale ancora troppi motociclisti percorrono le strade statali e provinciali, tra cui la 45, la strada che collega Genova e Piacenza. A denunciare le folli corse dei mezzi a due ruote e la necessità di un autovelox nei centri abitati è il sindaco di Rovegno, paese di quasi 500 anime dell'alta Val Trebbia.
Al primo cittadino Giovanni Giuseppe Isola, quella del dispositivo di rilevazione di velocità risulta la soluzione più facile e veloce: un'idea legata anche al fatto che questi strumenti erano stati già adottati dall'amministrazione del piccolo paese per mitigare una situazione analoga nel 2008. Poi lo stop obbligato dal cambio delle direttive legate al numero di agenti presenti durante il rilevamento della velocità, passato da due a uno, senza però contare che molti piccoli paesi, proprio come Rovegno, ne hanno solo uno.
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"Con gli ultimi decreti, tra cui quello Salvini, possono esserci autovelox solo in presenza di decreto prefettizio, ovvero un atto emesso dal Prefetto che autorizza l'installazione del dispositivo su strada" spiega Isola a Primocanale. "Bisogna fare una eccezione però in casi come il nostro: non si tratta di fare cassa ma di proteggere l'incolumità dei cittadini. Due anni fa avevamo registrato moto a velocità folli, alcune raggiungevano i 140 km/h nel centro abitato. A pochi metri dalle case, dai negozi".
Moto fino ai 140 km/h nei centri abitati
Negli ultimi anni poi, la situazione è peggiorata. "L'estate scorsa ho provato a fare segno a un gruppo di motociclisti di rallentare e di tutta risposta mi è stato mostrato il dito medio. Tutti i residenti si lamentano: voglio chiarire che nessuno a Rovegno vuole fermare le moto, vorremmo semplicemente che rallentassero quando di passaggio nel centro abitato".
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