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GENOVA - Un viaggio di ore e ore per fuggire dalle bombe e trovare riparo e accoglienza. Da Kiev a Genova. La guerra scatenata dalla Russia in Ucraina sta costringendo migliaia e migliaia di persone ad abbandonare la propria terra natia.

Tra chi ha dovuto lasciare la propria casa e la propria quotidianità c'è Zaruska, che con i suoi figli si è trovata all'improvviso in mezzo a uno scenario di guerra tra bombe e spari. Fatti rapidamente i bagagli è partita in direzione del confine e poi verso la Liguria. A gestire il suo trasferimento Maria, volontaria Ucraina da un anno in Liguria.

"A Kiev viviamo vicino all'aeroporto - racconta Zaruska - Sapevamo di trovarci in una zona a rischio in quanto strategica. Quando hanno iniziato a bombardare sentivamo tutto: spari, missile, ecc. Avevamo tanta paura perché eravamo proprio in mezzo. Ho subito capito che dovevamo andarcene. Nei negozi iniziavano a mancare i prodotti e poi le lunghe code".

A quel punto il viaggio in treno tra paura e l'incertezza su come arrivare al confine. I viaggi in treno e in macchina nei giorni successivi all'attacco sono diventati un incubo. "Alla fine siamo riusciti a salire su un treno, di solito per arrivare al confine ci vogliono 5 ore, ce ne abbiamo messo 11 perché il treno andava pianissimo e all'interno era strapieno di persone che fuggivano come noi" racconta ancora Zaruska.

A Genova a gestire il loro arrivo ci ha pensato Maria che da subito si è adoperata per aiutare i suoi connazionali (Leggi qui).

Zaruska sentiva che qualcosa sarebbe successo, le informazioni dal Donbass lasciavano presagire che qualcosa da un giorno all'altro sarebbe potuto cambiare. In tutto questo c'è anche la paura per i cari lasciati a casa a combattere e un dramma che da sempre è lo stesso in caso di guerra, quello dei più piccoli: "I bambini vogliono tornare a casa e raggiungere il loro papà".

Nel mentre tutta la Liguria si è mobilitata con un piano sanitario ad hoc dedicato ai profughi in arrivo dall'Ucraina. Dal console a Genova di Odessa è arrivato anche l'appello a chi può di accogliere chi sta arrivando in Liguria (leggi qui).   

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