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Andato in scena la sera di sabato, i ragazzi vogliono essere ascoltati
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GENOVA - Sabato sera nei vicoli e nelle piazze del centro storico di Genova, si è svolto il flash mob organizzato dall'associazione "Genova che osa" per dare luce al tema della movida genovese. L'iniziativa, che ha preso il nome di "Vivi la Movida", è stato un metodo per sensibilizzare sulla mancanza di spazi e servizi per i giovani cittadini nella città vecchia

Cartelli e manifesti sono stati affissi da una ventina di ragazzi che hanno preso parte all'azione, e si è trattato di un secondo capitolo del percorso partecipato di scrittura e mobilitazione per il “Manifesto della notte - Vivi la movida” realizzato con il contributo di oltre cento ragazzi insieme a Genova che osa.

Frasi come “È più un problema il rumore della movida o il silenzio degli spazi vuoti?”, “Gli spazi abbandonati devono essere usati per attività culturali, creative e per i giovani”. “Comodi i gradini ma vogliamo le panchine”. “Immagino non ti piaccia pisciare qui ma il comune non ti dà alternative” sono quelle riportate dai cartelli, con lo scopo di chiedere, anche in modo provocatorio, alle istituzioni di essere ascoltati.

«Nel centro storico gli spazi vuoti ed abbandonati sono centinaia, eppure sembra che il problema sia la movida - dichiara Anna Devia, una delle attiviste impegnate nella campagna - abbiamo affisso cartelli per dire al comune di concentrarsi su quello che è il vero problema. Vogliamo fare sentire anche la nostra voce, per questo nelle prossime settimane ci saranno altre iniziative».

Nel “Manifesto della notte - Vivi la movida” si legge inoltre: «Vogliamo una città che offra di più: spazi e occasioni per stare insieme e divertirsi, più musica dal vivo, intrattenimento e offerta culturale. Vogliamo una movida che sia più della semplice offerta di alcolici. Vogliamo che sia più accessibile e distribuita in tutti i quartieri della città, ben servita con trasporti pubblici notturni, che garantisca un ritorno a casa sereno e autonomo per le donne ed in generale i cittadini. Abbiamo deciso di organizzarci per far sentire la nostra voce, non subire le decisioni ma partecipare a determinarle, dar vita a una Genova per i giovani. Perché senza il nostro impegno assisteremo passivamente a una città che si spegne in silenzio. Questo è il nostro manifesto della notte».