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"Gli alpini eventualmente presenti in queste manifestazioni nulla hanno a che fare con il nostro spirito. E' superfluo ricordare l'impegno della Associazione Nazionale Alpini sin dall'inizio della pandemia" spiega il presidente della sezione di Genova
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GENOVA - Sabato scorso la 28esima manifestazione: circa 500 persona si sono mosse in corteo per le vie del centro di Genova partendo da piazza De Ferrari fino a piazza Palermo. Molte le persone con cartelli e striscioni, tra questi, anche quello tenuto da due cappelli alpini. Stefano Pansini, presidente della Sezione ANA di Genova, mette subito in chiaro la posizione dell'associazione rispetto ai due uomini, 'armati' di cappello e tamburo, in prima fila durante i cortei: "Nelle ultime manifestazioni no-vax nella nostra città, spesso riprese e proposte dai media, è comparsa più volte una persona che, con cappello alpino e tamburo, sfila nelle prime posizioni del corteo. Ultimamente si è accodata una seconda persona con il cappello alpino."

Due scuole di pensiero, quella dei no green pass e degli alpini della sezione di Genova, che non possono coesistere, secondo Pansini:

"Deve essere chiaro che l'ANA Nazionale e la Sezione di Genova non sono minimamente in sintonia con le tesi no vax."

"Gli alpini eventualmente presenti in queste manifestazioni nulla hanno a che fare con il nostro spirito e con le nostre direttive nazionali - continua in una nota Pansini - . E' superfluo ricordare l'impegno della Associazione Nazionale Alpini sin dall'inizio della pandemia. Dalla costruzione dell'ospedale da campo di Bergamo fino alla simbolica figura del Generale degli Alpini Figliuolo. Anche a Genova i nostri alpini e in primis la nostra colonna di cento volontari di Protezione Civile hanno prestato molte migliaia di ore di volontariato per la pandemia. E tuttora si continua, specialmente facendo assistenza proprio nei centri vaccinali e nei centri tampone, a Genova e in tutta la provincia".

L'associazione prende subito le distanze: "Il fatto di indossare il cappello alpino in manifestazioni pubbliche al di fuori dalle nostre sociali e istituzionali non può essere impedito. Quindi è vero: chiunque è libero di mettersi il nostro cappello e prendere parte a queste manifestazioni. Ma, specialmente in questo caso, nulla può aver a che fare con noi, con la nostra Associazione, con i nostri principi e con ciò che ogni giorno facciamo e continueremo a fare per questa emergenza sanitaria."

(Immagine da Libera Piazza Genova)

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